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Viaggi
Scoprire il Montefeltro d’inverno, tra arte e itinerari inediti

Di Chiara Giacobelli

Fu terra di grandi eroi, di un ricco passato, di battaglie, conquiste, congiure e sofferti giorni di prigionia dentro oscure segrete, come accadde a Cagliostro. Il Montefeltro è una zona d’Italia tra le più belle e affascinanti da visitare in tutte le stagioni, un po’ per quel sentore antico denso di fatti e misteri ancora vibranti nell’aria, un po’ per la bellezza incontaminata dei paesaggi, spesso caratterizzati da speroni di roccia tra cui il più celebre è senza dubbio San Leo. Eppure, la terra che si divide a metà tra l’Emilia Romagna e le Marche non è soltanto questo. Per saperne di più e per accendere la vostra curiosità su un luogo del nostro Paese che meriterebbe di essere da tutti conosciuto e amato, abbiamo intervistato chi se ne occupa con totale passione e dedizione ormai da tanto tempo, potendone quindi parlare quasi fosse un amico, un amante, oltre ad una continua fonte di studi e ricerche. Davide Barbadoro è un Landscape Promoter che, attraverso la sua attività, non a caso denominata Divagando, ha portato alla luce buona parte dell’inedito che il Montefeltro abbia da offrire, grazie anche alla collaborazione con due studiose di alto livello: Rosetta Borchia e Olivia Nesci. Lasciamo dunque a voi il piacere di leggere qualcosa che di certo ancora non sapete sull’argomento in questione e che, con tutta probabilità, vi farà venir voglia di partire per un’escursione insolita e intrigante.

 

Partiamo dall’inizio: chi è Davide Barbadoro?
“Sono un professionista che negli ultimi diciotto anni si è dato parecchio da fare nelle Marche e in Emilia Romagna: mi occupo prevalentemente di promozione del territorio, proposte turistico-culturali e organizzazione di eventi, collaborando con enti pubblici a tutti i livelli, dalle università e le scuole in cui tengo costantemente seminari, fino alle consulente per agenzie di viaggi e tour operator. I nostri, però, sono itinerari un po’ speciali, differenti… da sognatori con i piedi per terra”.

Ce li spiega in poche parole?
“Il progetto principale prende il nome di Montefeltro Vedute Rinascimentali: da secoli gli storici dell’arte cercano di collocare geograficamente i paesaggi che ispirarono pittori come Piero della Francesca, Raffaello, Leonardo da Vinci e altri. Se in molti sono arrivati alla conclusione che si tratti di posti immaginari, due Cacciatrici di Paesaggi, Rosetta Borchia e Olivia Nesci, nel 2007 li hanno invece ritrovati in spazi reali nascosti lungo le colline del Montefeltro. Così, tra i picchi e le rupi calcaree della Valmarecchia, tra le dolci sinuosità della valle del Metauro, si sono materializzati all’improvviso i più grandi capolavori del Rinascimento italiano. Ne consegue che oggi il Montefeltro è diventato un immenso patrimonio culturale, tanto che visitarlo è un po’ come entrare dentro un’opera d’arte, ma a cielo aperto. Un elemento fondamentale dell’intera operazione è inoltre rappresentato dalla ricca rete di strade che attraversano il Paesaggio d’Arte: possiamo godere di scorci impareggiabili percorrendole a piedi, in auto, in fuoristrada, a cavallo, in mountain bike ecc”.

Che cosa dovrebbe fare, allora, un turista che volesse scoprire questo Montefeltro inedito?
“È semplice poter sperimentare la magia dei cosiddetti Balconi Rinascimentali, i quali si affacciano proprio sui paesaggi che hanno influenzato Piero della Francesca ed altri artisti. Attualmente abbiamo infatti allestito sette speciali belvedere nei comuni di Sant’Agata Feltria, Urbania, Montecopiolo, San Leo e Peglio. Ad essi si aggiunge una segnaletica stradale capace di condurre fino ai balconi entro un’area di circa 50 chilometri, oltre alla possibilità di scaricare delle App appositamente dedicate”.

E per chi abbia voglia di approfondire?
“Sono state realizzate anche numerose proposte turistiche con diversa durata e comprensorio territoriale coinvolti (i percorsi più lunghi arrivano fino a Firenze e toccano Monterchi, Anghiari, Arezzo, San Sepolcro ecc.). Parallelamente a questa attività finalizzata ad incentivare l’incoming, si è provveduto a stringere accordi con strutture ricettive, produttori e artigiani che rappresentino nella maniera più autentica possibile l’identità del territorio. Dal 2012 ad oggi, per quanto riguarda la promozione all’estero siamo stati presenti presso gli Istituti di Cultura di Amsterdam, Londra, Sofia, Lione, Helsinki, Beirut e Cracovia, oltre ovviamente all’Expo di Milano”.

Un’ultima domanda: che cos’è per lei il viaggio?
“Mi entusiasma sorprendermi ad ogni curva, magari davanti a un panorama capace di stimolare la parte più intima del mio essere: viaggiare e andare lontano con immutato entusiasmo, mosso da una curiosità senza limiti, con la voglia di scoprire ritrovandosi al tempo stesso sereni e sazi di emozioni attraverso la condivisione con l’altro. Ogni viaggio può diventare una storia, al pari di un innamoramento. Per come lo concepisco io, allora, il viaggio dilata tutti e cinque i sensi: sentiamo, guardiamo e percepiamo in maniera più profonda, con maggiore attenzione, ritrovandoci aperti, predisposti, affamati di esperienze nuove. Esso rappresenta una sorta di sospensione del tempo, una continua ricerca dell’Altrove, nonché un’alternativa alla ripetitività del proprio mondo di riferimento. Insomma, il viaggio è vacanza, è festa e nasce da un desiderio di diversità, curiosità, indipendenza dai ritmi della vita ordinaria”.
Info: www.divagando.it; www.montefeltroveduterinascimentali.eu.
 
Alcuni itinerari insoliti messi a punto da Davide Barbadoro e dal suo staff nel Montefeltro sono riportati all’interno del libro “Forse non tutti sanno che nelle Marche…” edito da Newton Compton Editori, a cui Barbadoro ha collaborato attivamente.
 

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Tags:
arte e itinerari ineditimontefeltro





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