Scienza e tecnologia

Le onde gravitazionali scoperte da esperimenti Ligo e Virgo

 

Casscina (askanews) - Le onde gravitazionali, la cui scoperta è stata annunciata al mondo giovedì 11 febbraio 2016, sono state osservate, per la prima volta nella storia, il 14 settembre 2015 alle 10:50 ora italiana, un secolo dopo che Einstein le avesse teorizzate.Secondo gli scienziati statunitensi e italiani, autori della scoperta, si sono prodotte in seguito alla collisione, avvenuta un miliardo di anni fa, tra due enormi buchi neri; uno 29 l'altro 39 volte più massicci del Sole, che hanno prodotto un nuovo "mostro" 62 volte più massiccio della nostra stella, ma con un diametro di poco più di 300 chilometri. L'asimmetria della massa risultante dalla collisione ha generato l'onda gravitazionale arrivata fino a noi.Gli strumenti che permettono di studiarle, si chiamano interferometri e quelli che hanno permesso di osservarle sono i due LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) negli Stati Uniti e l'italiano VIRGO di Cascina, a Pisa, che fa capo all'osservatorio EGO (European Gravitational Observator), progetto scientifico al quale l'Italia partecipa con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).Funzionano più o meno in questo modo: un raggio laser viene sparato verso una specchio che lo divide in due lanciando i due fasci risultanti, con un angolo di 90 gradi, verso altri due specchi posti a 4 Km di distanza; una volta riflessi, tornano indietro verso un rivelatore. L'equidistanza fa sì che tornando indietro le due onda di luce si annullino e la differenza sia pari a zero. A meno che...Se sono stati attraversati da un'onda gravitazionale che ha distorto lo Spazio-Tempo, il risultato sarà diverso da zero perché, per via della distorsione, uno dei due bracci sarà più lungo dell'altro. In quel caso saremmo in presenza di un'onda gravitazionale.Per non trovarsi in presenza di un falso-positivo, tuttavia, si fanno controlli incrociati. Ed è esattamente quello che è accaduto con i due Ligo, in Usa e con Virgo, in Italia.Un altro interferometro, questa volta spaziale anche se non ancora attivo, è LISA Pathfinder, in cui è coinvolta anche l'Agenzia spaziale italiana (Asi) per il quale i due specchi si trovano a milioni di Km l'uno dall'altro.