Scienza e tecnologia

Spazio, Cugno (Tas): Italia in evidenza con la missione Exomars

 

Roma (askanews) - "L'Italia contribuisce a circa il 40% dell'intero programma e quindi la parte di cui Thlaes Alenia Space è molto importante essendo il primo contraente e responsabile di tutte e due le missioni". Così Walter Cugno, vice presidente del settore esplorazione e scienza di Thales Alenia Space (Leonardo), parlando del fondamentale contributo italiano alle due missioni spaziali Exomars dell'Esa, a margine del workshop organizzato dall'Asi a Roma per presentare le immagini di Marte realizzate dallo strumento italiano CaSSIS presente sulla sonda Tgo (Trace gas orbiter) di Exomars 2016."Noi come Thales Alenia Space - ha precisato - abbiamo tutta la parte di progetto di sistema delle due missioni e abbiamo sviluppato la missione 2016 in particolare la parte di Schiaparelli ma anche la parte dell'orbiter (Tgo, ndr) funzionante intorno a Marte e siamo l'azienda che, tra Torino e Cannes, ha contribuito allo sviluppo anche dell'orbiter. C'è moltissima tecnologia italiana, non solo il drill fondamentale per la missione 2020, sviluppato da Leonardo, ma abbiamo tutto il sistema di 'Entry, descent and landing' su Marte basato sul software sviluppato dalla nostra azienda e sul radar doppler sviluppato dalla nostra azienda, qui negli stabilimenti di Roma"."Parecchi prodotti e alta tecnologia - ha continuato il manager - ma soprattutto il coordinamento delle oltre 200 industrie europee e non solo, ci sono anche industrie americane, coordinate dalla nostra azienda per portare al successo la missione. Teniamo presente che soprattutto nella seconda missione c'è un forte contributo nella partnership Esa-Roscosmos con l'industria russa che è responsabile del modulo di discesa della missione 2020 e anche in questo caso noi coordinaiamo e siamo in stretto contatto anche con i russi confrontandoci con la cultura di una nazione che è stata tra i pionieri nella conquista dello Spazio. Quindi abbiamo molto da imparare da loro per la missione Exomars che entro il 2020 dovrebbe assicurarci la capacità di arrivare e rimanere sul pianeta Marte e capire se c'è stata la presenza di vita sul pianeta"."Infine - ha concluso Cugno - getteremo le basi per le missioni future, soprattutto, dopo il 2030, l'invio dell'uomo su Marte. Noi siamo impegnatissimi nello sviluppare tecnologie che, oltre alla parte robotica, passano attraverso le stazioni e i moduli pressurizzati o velivoli abitati di cui noi siamo leader in Europa e tra i leader mondiali".