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Magnini: la lotta al doping è difficile ma siamo garantisti

 

Roma, (askanews) - La notizia della presunta nuova positività di Alex Schwazer piomba sulla cerimonia di consegna della bandiera che il Presidente della Repubblica ha affidato alle portabandiera azzurra Federica Pellegrini e Martina Caironi. Filippo Magnini, fidanzato di Pellegrini e testimonial della campagna I am doping free, invita però al garantismo pensando al problema in tutti gli sport olimpici: "A me piace pensare che uno è dopato se lo beccano, non a prescindere, altrimenti non starei qui ad allenarmi a 34 anni. I miei avversari finchè non li beccano sono puliti, quando li beccano devono squalificarli, questa è la regola numero uno"."E' ovvio che se beccano venti italiani e io non posso partecipare perché hanno beccato altri venti italiani mi incazzo come una bestia" ha aggiunto Magnini ricordando il caso della squadra atletica russa squalificata in blocco. "Cosa c'entro io? Squalificare una squadra va a colpire gente che non c'entra nulla. Io partirei un passettino alla volta. Sei positivo, ti squalifico. Ne becco dieci, squalifico quei dieci. Ovvio che se su 100, 99 sono positivi anche il centesimo ci va di mezzo. E' difficile, la lotta al doping è difficile, se non era difficile non eravamo qua ogni anno..."