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Rio, i nuotatori Usa si erano inventati aggressione ai loro danni

 

Rio de Janeiro (askanews) - Clamoroso colpo di scena nella torbida vicenda dei nuotatori statunitensi alle Olimpiadi. Nei giorni scorsi avevano sostenuto di essere stati aggrediti nella notte tra sabato e domenica a Rio de Janeiro, ma un giudice aveva riscontrato gravi incongruenze nelle loro testimonianze.Ryan Lochte, sei volte medaglia d'oro ai Giochi, ha raccontato alla televisione americana Nbc di essere stato braccato, insieme ad altri tre nuotatori statunitensi, da falsi poliziotti armati. Adesso, insieme ai suoi compagni di specialità, i nuotatori Gunnar Bentz , Jack Conger e James Feigen, rischia un'accusa di falsa testimonianza.Il responsabile della polizia di Rio, Fernando Veloso, aveva dichiarato esplicitamente che i quattro campioni olimpici non erano stati vittime di una rapina. "Non è stata compiuta alcuna rapina ai danni di questi atleti. Non sono stati vittime dei reati che hanno denunciato", aveva affermato in una conferenza stampa. Per poi aggiungere che uno o più nuotatori avevano compiuto atti vandalici in una toilette di una stazione di servizio e si erano poi offerti di pagare i danni provocati. Gli atleti americani se ne erano andati solo dopo l'intervento di guardie armate di sicurezza. Veloso aveva avvisato che i nuotatori, che hanno ripetutamente modificato le loro versioni sull'accaduto, rischiavano un'incriminazione per falsa testimonianza e atti vandalici.Dal canto suo, il Comitato olimpico statunitense ha confermato la versione dei fatti fornita da Veloso sottolineando che il comportamento di quegli atleti non è accettabile né rappresenta i valori della squadra statunitense.(Immagini Afp)