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Cronache
Caso Giambruno, cosa c'è dietro. Lo studio UE che "comanda" giornali e tv
Andrea Giambruno, compagno della Meloni

“Caso Giambruno”, show negazionista o aggressione mainstream?

 

Dove nasce quello che è stato chiamato “caso Giambruno”, il giornalista Mediaset Andrea Giambruno, compagno della premier Giorgia Meloni, che rintuzza le parole del ministro della Sanità tedesco e si prende gli stracci della stampa italiana mainstream?

Il ministro Karl Lauterbach, qualche giorno fa nel Belpaese, nello spiegare perché il turismo in Italia è finito ha detto: “L’ondata di caldo qui è spettacolare. Se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. Un’era volge al termine”.  Parole non a caso, come vedremo.

La reazione di Giambruno nel programma che conduce a Mediaset: “Se non ti sta bene te ne stai a casa tua, nella Foresta Nera, no?”. Apriti cielo, per giorni tra identikit al curaro, accuse di non stare al proprio posto (come le compagne dei premier italiani, sic!), rappresentazioni con le fattezze di Ken di Barbie e corsivi che lo dipingono come la versione maschile del “lato debole del borghese in carriera”, è arrivato il bombardamento a tappeto. La colpa di Giambruno è che sarebbe un “negazionista” dei cambiamenti climatici. In coincidenza con il caso sono apparse sui media anche le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nella Cerimonia del Ventaglio ha fatto riferimento proprio al cambio climatico: “Tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, per la realtà che stiamo sperimentando, appaiono sorprendenti”.

La cosa infatti è seria, non faceta, come si immagina ingenuamente perché tutto nasce da uno studio realizzato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC) e diffuso il 23 maggio scorso, “Regional impact of climate change on European tourism demand”, e che a raffica ha prodotto l’ondata di stampa mainstream a interpretazione dei disastri ambientali che si sono verificati di recente.

L’analisi UE vorrebbe spiegare come l’industria del turismo, che “contribuisce in modo significativo al PIL europeo”, verrà violentemente modificata dal cambiamento climatico. Lo studio proietta come sarà il clima sulla Terra fra 100 anni, ipotizzando vari scenari di innalzamento della temperatura. 

Alla fine si sostiene che accadrà uno stravolgimento tale da colpire soprattutto le aree costiere, per via dell’innalzamento dei mari e della maggiore esposizione di quelle aree agli eventi meteorologici estremi: “52 regioni tra cui Bulgaria, Grecia, Cipro, Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Romania perderanno flussi turistici rispetto al presente”. Vanno quindi valorizzate alcune zone rispetto ad altre, cambiando la nostra industria del turismo e muovendo in una nuova direzione milioni di persone ed intere economie. Per noi italiani vorrebbe dire Vaffanculo Puglia, Campania, Sicilia, Calabria e Sud! Tutti in Trentino e a Busto Arsizio!

Si sa che ciò che dice l’Unione Europea è fede e non può essere messo in discussione anche se è privo di qualsiasi valore scientifico. Perché dobbiamo metterci in testa che secondo questi scienziati è possibile prevedere il clima fra 100 anni, gli scenari possibili e concreti, ma non si riesce a sapere se piove fra 2 settimane! Gli attuali modelli computerizzati non sanno se c’è una grandinata o il sole a picco fra 15 giorni ma noi prevediamo cosa succeda fra 100 anni, pianificando strategie di sviluppo industriali di interi Stati, sconvolgendo la vita di milioni di persone. Certo, tempo meteorologico e clima sono materie diverse ma come è possibile costruire un modello così netto sull’Europa, bombardando la stampa del continente dei propri convincimenti e prendere a schiaffi chiunque reagisca o sollevi dubbi? Vi ricorda qualcosa? Una stagione drammatica appena conclusa?

Che avessero una qualche ragione i libri che si studiavano 30 anni fa e che usavano proprio la meteorologia come esempio calzante per prepararci agli esami di Epistemologia (filosofia dell scienza)? Quando ci spiegavano come l’uomo condizionasse sempre profondamente i propri esperimenti, al punto da indirizzarli e che la scienza astratta non esiste? Che il tempo meteorologico sia un sistema caotico troppo complesso, con troppe variabili per poter essere controllato e così in massima parte il clima?

Scusate, sto facendo troppe domande. Se lo ha detto la UE è sicuramente vero. Giambruno e tutti gli altri non devono fiatare, tanto più con sistemi di analisi così complessi e computerizzati.

I napoletani in questi casi dicono, “'È gghiuta 'a fessa 'mmane 'e criature", ma si sa loro sono africani (anche io lo sono), mica europei, non comprendono le magnifiche sorti e progressive della UE.

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