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Cronache
Gino Strada apostrofa Salvini via Twitter

Bullo, volgare e disumano”, così il solito Gino Strada fondatore di Emergency ha apostrofato il ministro dell’Interno per il suo veto allo sbarco nei porti italiani di 200 migranti della nave spagnola Open Arms.

Strada, profeta di un buonismo fatto con la bontà degli altri, non rinuncia ai suoi regalini natalizi e non trova di meglio che recitare la sua usurata parte sui palcoscenici mediatici, che in fondo ama così tanto, almeno come la figliola Cecilia Strada, fuori dall’organizzazione, nota per alcune sue delicate esternazioni come l’ormai famosissimo (quasi un cult mediatico): “non scopate con i fascisti. Non fateli riprodurre”:

https://www.affaritaliani.it/cronache/cecilia-strada-figlia-ingrata-lascia-emergency-537380.html

Ma torniamo a babbo Gino.

Che intorno ai migranti ci sia anche un business commerciale è cosa nota e del resto facilmente prevedibile, ma che poi ci sia tutta questa retorica è veramente un po’ troppo, anche per il clima “buonista” del Natale.

E porre la questione non in termini socio-economici del fenomeno migrativo è già un errore metodologico, ma scadere poi nella volgarità e negli insulti personali restituisce la cifra di come alcuni personaggi intendano la politica.

Il Ministro dell’Interno ha replicato pacatamente con un Tweet: ” Poteva mancare Gino Strada al coretto degli amici dei clandestini? Baci anche a lui”, ma resta l’imbarazzo per chi utilizza termini così forti, come quelli utilizzati da Strada (e non è certo la prima volta) e da sua figlia Cecilia.

Certo che ora con l’avvento di questo governo le cose sono totalmente cambiate e la tratta degli “schiavi del terzo millennio” è stata resa inaccessibile, almeno dall’Italia. Ma evidentemente ci sono gli irriducibili, quelli a cui è stato tolto il giochetto finanziariamente assai redditizio, ma occorre che se ne facciano una ragione. Prima o poi il popolo, con il voto, doveva reagire a quella che era diventata solo una speculazione ammantata di umanitarismo e il popolo lo ha fatto con il voto del 4 marzo. Può non piacere a Gino Strada, ma anche per la sua serenità e pace interiore, è meglio che si rassegni e torni a svolgere il suo lavoro lasciando stare la politica.

 

 

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