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Cronache
Piemonte: spunta "l'usuraio delle cosche", grandi opere e legami col Pd

Inchiesta Piemonte: la 'ndrangheta, i favori e le pressioni elettorali

Non c'è pace per il Pd, dopo lo scandalo legato al Comune di Bari è scoppiato anche quello in Regione Piemonte. L'inchiesta sul presunto voto di scambio ha portato al clamoroso passo indietro di Raffaele Gallo, il capogruppo del Pd in Piemonte che ha deciso di ritirare la sua candidatura in vista delle prossime elezioni. Il passo indietro atteso all’interno del Partito Democratico è arrivato. Raffaele, figlio di Salvatore, - riporta La Stampa - finito al centro di una inchiesta per favori e pressioni elettorali a Torino, rinuncerà alla candidatura per le prossime regionali nella lista del Pd. Si dimetterà anche da capogruppo dei dem a Palazzo Lascaris. Ma sino a che punto i tentacoli della piovra 'ndranghetista sono entrati nelle istituzioni piemontesi? Il rapporto tra Salvatore Gallo, nativo della Provincia di Cosenza, e il figlio Raffaele Gallo - in base a quanto risulta a La Verità - con uomini considerati in odore di ’ndrangheta è conclamato, in particolare con quel Roberto Fantini, arrestato nei giorni scorsi per concorso esterno e scelto in quota Pd il 22 novembre 2022 come membro dell'Organismo regionale per il controllo collaborativo, l’ente preposto a controllare la legalità degli appalti regionali.

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Il tramite - secondo quanto apprende La Verità dalle carte dell'inchiesta- è Antonio Esposito, settantottenne pregiudicato di origini foggiane, già noto alle cronache per la vicenda di Calciopoli. Nell’ordinanza di arresto per nove persone firmata il 29 febbraio dal Gip non viene citato come indagato, ma come elemento utile a inquadrare meglio le discutibili frequentazioni di Gallo senior. Esposito conosce bene il ras delle tessere dem, ma anche Fantini , che gli garantiva pagamenti con la Sitalfa (controllata del gruppo Sitaf, la società autostradale del traforo del Frejus), sino a quando per il quasi ottuangenario pugliese non sono ricominciati i problemi giudiziari. il nome di Antonio Esposito era finito anche nelle intercettazioni dell’inchiesta Calciopoli. All’epoca questo signore - conclude La Verità - così vicino ai boss delle cosche calabresi era responsabile delle pulizie del vecchio stadio "Delle Alpi", ma forniva pure le hostess che si occupavano dell’accoglienza nella tribuna vip della Juve.

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