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Cronache
Intercettazioni, ostativo e 41bis: Nordio e i nodi Messina Denaro e Cospito

Giustizia/Nordio e le intercettazioni: il caso Matteo Messina Denaro

L'Italia ha bisogno di una riforma della giustizia, ormai da anni. Lo sanno tutti, compresa ovviamente l'Unione Europea, che ha inserito il punto tra gli adempimenti necessari per incassare i soldi del Pnrr. Ogni volta che si ci prova, però, le polemiche nel merito rischiano di bloccare tutto.

Il ministro Nordio non brilla certo per fortuna, visto che appena ha parlato della necessità di mettere un freno alle intercettazioni gli è esploso in mano il caso Matteo Messina Denaro. La cattura del latitante più ricercato d'Italia ha fatto carta straccia delle sue considerazioni sul fatto che “i mafiosi non usano il telefono” (il sedicente Andrea Bonafede invece ne aveva in tasca ben due) e tutti gli esperti della materia convengono sul fatto che non basta lasciare in vigore le intercettazioni per i reati di mafia, se non si monitorano anche i cosiddetti “reati-spia” (come quelli relativi a finanza e corruzione), fondamentali per scovare le operazioni nascoste della criminalità organizzata.

Ergastolo ostativo e 41 bis: il caso dell'anarchico Alfredo Cospito


Come se il dossier Matteo Messina Denaro-intercettazioni non bastasse, altrettanto scabroso è quello riguardante Alfredo Cospito, rinchiuso in regime di 41 bis nel carcere di Bancali, a Sassari. Il cosiddetto “carcere duro” è stato introdotto proprio per i mafiosi e per detenuti di simile pericolosità sociale, ma il caso di specie fa molto discutere.

Certamente Cospito non è in carcere per delle bagatelle, essendo stato condannato a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione dell'ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuta nel 2012, ed essendo ora a rischio di ergastolo per aver piazzato delle bombe fuori dalla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano (Cuneo), la cui esplosione peraltro non ha causato vittime. Lo scorso luglio la Cassazione ha comunque riformulato l'accusa ai danni in strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede anche l'ergastolo ostativo, il cosiddetto "fine pena mai".

La scelta di sottoporlo al 41bis viene motivata con i fitti scambi di corrispondenza intercorsi con vari anarchici e riviste di settore, un “mondo” considerato alla stregua di una vera e propria organizzazione e che sta protestando per il regime carcerario riservato a Cospito.

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Cospito è pronto a morire: "Il 41bis non deve essere dato a nessuno, nemmeno a Messina Denaro"

E' la prima volta che questo tipo di misure vengono applicate nei confronti di un anarchico, Il Garante dei detenuti, Mauro Palma, sottolinea che: "Il 41bis nasce come una modalità per interrompere le comunicazioni con le organizzazioni criminali di appartenenza e in questo senso non è solo giusto, ma addirittura doveroso". Ma "quando diventa una modalità carceraria meramente afflittiva, il cosiddetto ‘carcere duro', allora non è più accettabile". Il punto di partenza è "il rispetto della dignità delle persone e il ‘carcere duro', le privazioni dei diritti, non hanno nulla a che vedere con le finalità iniziali del 41 bis".

Per protesta, Cospito dallo scorso ottobre ha iniziato uno sciopero della fame che lo ha portato a perdere addirittura 40 kg, passando da 118 a 78. Ovviamente le sue condizioni di salute sono critiche e, come spiega il suo medico Angelica Melia, “siamo sull'orlo del precipizio, speriamo che si sblocchi qualcosa”. 

"La situazione è stazionaria, sta esaurendo il grasso ed è iniziato il catabolismo proteico, i muscoli sono ipotonici e ipotrofici, ridotti di volume. Mi ha chiesto se può camminare nell'ora d'aria, gliel'ho sconsigliato perché consumando ulteriori calorie precipita la situazione, anche se lui sta discretamente bene", ha aggiunto.

Tuttavia, Cospito si dice pronto a morire per la sua causa: “Io vado avanti, non mi fermo nella protesta. Al 41bis non è vita e se tale deve essere tanto vale sacrificarla in una lotta contro la barbarie. Mi opporrò al Tso e all'alimentazione forzata", ha detto al suo avvocato, Flavio Rossi Albertini.

“Il regime del 41bis evoca le finalità perseguite nell’ancien regime con i metodi inquisitori contro cui si scagliarono i filosofi del diritto nel ’700 – afferma il legale – Se ciò è vero nessun essere umano dovrebbe esservi sottoposto, che si chiami Cospito o Messina Denaro”.

La risposta del Ministero: "E' un caso giudiziario, non politico"

Rossi Albertini ha rivolto un'istanza di revoca del 41 bis al ministro Nordio. Sul caso ha risposto il suo vice, Francesco Paolo Sisto: “Su Cospito la magistratura di sorveglianza saprà se e come intervenire. Ma attenzione a non scambiare una situazione giudiziaria, anche se drammatica, con un problema politico. Significherebbe trasferire su un quadrante improprio i problemi che invece vanno risolti dalla magistratura. Se ci sono i presupposti per intervenire sarà necessario farlo”.

Un quadro certamente non semplice da dirimere per il Guardagilli, che ha sempre manifestato la sua voglia di cambiare lo status quo - ricevendo anche parecchi apprezzamenti sul punto - ma che all'atto pratico si trova di fronte ad ostacoli forse non adeguatamente preventivati.
 

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41 biscospitoergastolo ostativogiustiziaintercettazionimatteo messina denaronordio
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