Calcio-gate/ Amilcare Berti a ruota libera ad Affari: la Juve, l'Inter, le scommesse e...

"Il calcio-gate? Secondo me era una cosa che quasi tutti pressapoco sapevano o immaginavano. Che fosse così bene organizzata, però no, non lo avrei creduto. Comunque non c'è solo Moggi, leggo dichiarazioni di alcuni presidenti in questi giorni... ma guardassero bene che cosa hanno fatto loro. La verità è che c'è tanta gente più disorganizzata di Moggi, tutto qua. Io sono uscito dal mondo del calcio anche per quello. Ora indagano sul campionato 2004/2005? Che vadano indietro di quattro o cinque anni, sia in serie A che in serie B". Lo spiega ad Affari l'ex presidente della Triestina Amilcare Berti.

Ha lasciato gli alabardati nel 2005, ebbe il telefono intercettato per circa sei mesi e le sue conversazioni vennero riportate su alcuni giornali locali. Come ora accade a Moggi e company. E adesso si vuole togliere qualche sassolino dalla scarpa.

Lei dice che non c'è solo Luciano Moggi, ma chi altro dovrebbe cospargersi il capo di cenere?
"Lui, per quello che leggo, era il più organizzato. Ma gli altri se avessero potuto... è un po' come la battaglia dei diritti televisivi della serie B di qualche anno fa".

Amilcare Berti

In che senso?
"Questa famosa colletivizzazione non è un desiderio di giustizia, è un semplice desiderio di migliore spartizione a proprio favore. Mi domando anche un'altra cosa: quando le partite vengono addomesticate, secondo lei avviene tra presidente e presidente? Lei crede che un patron scenda giù nello spogliatoio e ordini di perdere una partita? E tutti ascolterebbero le sue parole?"

Lei dice di no?
"Io credo che, se avvengono delle partite addomesticate, si passa attraverso un paio di giocatori importanti che parlano con il procuratore. Che a sua volta lo dice a un altro giocatore. Sia chiara una cosa, se esiste il calcioscommesse non è figlio delle scommesse, dove ci sarebbe comunque un rischio, ma di partite che i giocatori sanno già come vanno a finire. Gira la voce e si punta. Comunque ripenso al campionato 2002/2003 che persi in serie B".

(SEGUE - IL LITIGIO CON LA JUVENTUS E CON MARIANO FABIANI)

*BRPAGE*

Perché?
"Io non ho prove e non voglio averne, ma in quel torneo a dicembre ero primo in classifica con cinque punti di vantaggio. A distanza di anni mi fa pensare...".

Scusi, perché?
"Ero amico della Juve, avevo dei giovani del loro vivaio e per qualcuno potevo sembrare nella loro orbita. Stavo in ottimi rapporti con loro. Io certo non sapevo di questi sistemi venuti alla luce con le intercettazioni. Poi mi allontanai da loro, a dicembre litigai con il mio direttore sportivo, Mariano Fabiani, per alcuni aspetti contrattuali marginali, e a fine anno lasciò. Prima mi andava tutto bene e poi diventai sfortunato. La squadra calò questo è sicuro. Sì forse andò così io certo prove non ne ho. Tutto quel che mi rimane sono i ricordi: rimasi in B e nella seconda parte dell'anno ci fu una cavalcata vincente dell'Ancona di Pieroni molto supportato da tutto il sistema".

Gino Corioni

Il patron del Brescia, Gino Corioni ha detto nei giorni scorsi che, se si fosse opposto al sistema di potere, gli avrebbero mandato la squadra in Interregionale...
"Io sono stato prima in una certa orbita e poi non più perché non mi andava un certo modo di agire. Ma non è solo Moggi, tutti parlano solo dell'ex manager juventino, ci fosse stato solo lui, mi sarei detto 'Tanto sto in serie B chissenefrega.'. Sicuramente molte squadre sono corrette, ma se oggi dovessi farlo, metterei le mani sul fuoco certamente su una squadra".

Quale?
"L'Inter".

Giura sulla loro onestà?
"Sicuramente. ne parlavo anche con alcuni loro dirigenti e gli dicevo 'Ma ragazzi vivete nel mondo dei sogni?'. Il calcio è questo in Italia".

E lei ne è uscito...
"Ma sì, avevo una piazza che, con i tifosi più spinti, mi pressava e chiedeva la serie A senza dare nulla. E tu intanto sai che pur facendo una bella squadra molto dipende da che grazia hai e non hai. Ero già entrato e uscito una volta dal mondo del calcio".

Quando?
"Ho fatto due promozioni: sono entrato nel 2000 passando da C2 a C1. Poi ho mollato perchè avevo capito che non era il mio mondo. Lasciai la squadra ai miei soci che la portarono vicino al fallimento, poi rientrai a marzo e salimmo in B dopo aver agguantato i playoff".

Il terzo anno fu quello della Triestina dei miracoli...
"Che iniziò a conoscere la Juve, farsi prestare i giocatori. Fabiani, che prima era osservatore, venne a fare il direttore sportivo da noi. Mi trovai primo in classifica con 5 punti di vantaggio. Quindi il litigio di Natale e il vento cambiò. Poi, per carità io, prima non so se avessi dei vantaggi, mi chiedo solo se fu vera gloria. Ma si ricorda quando a Napoli mi diedero due rigori contro?".

Che successe?
"Boh, l'arbitro Nucini ebbe una giornata nerissima. Il primo era molto dubbio, il secondo non c'era. Era una partita che dominammo e dovevamo vincere. E che perdemmo. Io mi presi una bella sconfitta per proteste avendola addebitata al Palazzo. Ricordo che tutti i giornali, compresi quelli di Napoli, gridarono allo scandalo. E lì volò la serie A".

Rimpianti per la serie A che sfumò?
"Cavolo ero sfortunato. E comunque la serie B è poco documentata rispetto alla serie A, basta qualche pennivendolo a proteggere la squadra predestinata. Ma voglio sia chiara una cosa: non voglio parlare delle singole partita che lasciano il tempo che trovano. L'errore o gli errori arbitrali ci possono stare. Era l'aria che si respirava".

Cosa vuol dire?
"Mi fa rabbia la situazione generale: quanti incontri che mi hanno ciulato che dovevo vincere. Ah, poi mi fa sorridere il generale Italo Pappa che ha dato le dimissioni...".

Scusi perché?
"Io mi sono beccato la squalifica perché ho parlato del Palazzo, ma dov'era l'Ufficio Indagini quel giorno che hanno chiuso nello spogliatoio Paparesta? Ci deve essere sempre un incaricato loro negli spogliatoi. E quel giorno?".


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