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Cronache
Manganellate, quando Pasolini stava coi poliziotti: la Sx vuole mistificarlo
Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini nel 1968 stava con i poliziotti: ma oggi è corsa a Sx per mistificarlo dopo i fatti di Firenze e Pisa

C’è un gran corri corri tra gli intellettuali di sinistra a smentire, excusatio non petita, accusatio manifesta, un dato incontrovertibile: Pier Paolo Pasolini, nei disordini di Valle Giulia nel 1968 stava con gli studenti. Torniamo dunque a quel primo marzo 1968 dove ci furono imponenti scontri di piazza tra studenti universitari e polizia. Si trattava per il Movimento di riconquistare la facoltà di Architettura, a Valle Giulia, appena sgomberata dalla Polizia su iniziativa del Rettore. Una delle prime manganellate che volarono si stampò addosso al già grosso faccione di un giovane Giuliano Ferrara che rimase ferito e poi le presero Paolo Liguori, Ernesto Galli della Loggia, Marco Lombardo Radice e Oreste Scalzone. Tutti di sinistra, con alcuni che poi avrebbero virato decisamente a destra.

Tra i manganellatori c’era invece un insospettabile Michele Placido, che da figlio del Sud stava in polizia. Pier Paolo Pasolini, icona della sinistra, ebbe a scrivere per la rivista Nuovi Argomenti (fondata da Alberto Moravia) un articolo che farà epoca, “Il Pci ai giovani” che uscì nel numero di aprile-giugno 1968, quindi a qualche mese dai fatti di Valle Giulia.

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Scrive Pasolini:

È triste. La polemica contro il Pci andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati. Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. lo no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo!) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccolo-borghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano”.

“Parchè i poliziotti sono figli di poveri”, questo uno dei punti caratterizzanti dell’articolo dove viene donata una interpretazione vera e nuova, una interpretazione che conteneva in nuce tutte le contraddizioni di una sinistra che nel tempo sarebbe divenuta l’opposto di quello che era all’inizio.

Abiura di Marx ed eterogenesi dei fini ed adesione ai miti dell’alta borghesia che oggi si chiamano armocromista, battaglia sui tricicli elettrici e similari, amore sviscerato per il lusso e la ricchezza, attici nei centri storici, ztl esibita come passaporto per il potere, ipocrisia sparsa a piene mani, inutili bandiere multicolore per poi appoggiare la Pace e preparare sempre la Guerra, ville a Capalbio, insomma tutti quegli elementi che hanno contribuito al crollo della sinistra mondiale. Ma Pasolini, da intellettuale scomodo, apocalittico e non integrato (fu cacciato dal Pci per omosessualità) aveva già visto tutto e lo aveva pure scritto.

Ora, dopo i fatti di Pisa e Firenze, con le manganellate degli agenti agli studenti, c’è, come dicevamo all’inizio, una corsa forsennata a sinistra per spiegare, interpretare, addolcire, emulsionare questo articolo che grava però come un macigno sulla intellighenzia di sinistra, perché Pasolini, al contrario di politici e giornalisti d’area, odiava l’ipocrisia e si accorgeva di quello che era appena successo e che sarebbe sempre più accaduto in futuro. È partita dunque una patetica scalata di Repubblica e la Stampa ad arrampicarsi sul muro di sapone dell’ideologia, da cui come si sa, si cade rovinosamente. Anche allora era successo, nulla di nuovo sotto il sole, dice l’Ecclesiaste: “Popolo” e “Corriere della sera”, “Newsweek” e “Monde” vi leccano il culo. Siete i loro figli la loro speranza, il loro futuro: A proposito, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha annunciato in tempi non sospetti che il prossimo anno si terrà un evento su Pasolini che già turba i sonni di sacerdoti e sacerdotesse del Pensiero Unico.

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