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Cronache
Pietro Orlandi accusa il Vaticano: "Casaroli? Si faceva portare le ragazzine"
Pietro Orlandi (Imagoeconomica)

Pietro Orlandi e le nuove accuse al Vaticano: "Il segretario di Stato Casaroli? Si faceva portare delle ragazzine dai suoi amici massoni..."

La travagliata commissione parlamentare d'inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi accelera, mentre Pietro, il fratello, lancia nuove pesanti accuse al Vaticano, stavolta mettendo nel mirino il cardinale Casaroli, una delle maggiori personalità della Chiesa all'epoca dei fatti.

Nel sit-in organizzato il 13 gennaio a piazza Cavour (in occasione del 56° compleanno di Emanuela),  il fratello della ragazza sequestrata il 22 giugno 1983 con un tranello, all'uscita dalla scuola di musica (in un discorso lungo oltre due ore, poi diffuso sui social) ha parlato di un'altissima eminenza, il numero 2 del Vaticano ai tempi di Wojtyla, il cardinale segretario di Stato Agostino Casaroli, in termini tutt'altro che lusinghieri. Come riporta Il Corriere della Sera, la fonte delle presunte rivelazioni è un religioso, ha premesso Orlandi, "che se entra in Vaticano suonano gli allarmi... Questa persona è stata arrestata perché aveva dei legami con la Sacra corona unita e per traffico di opere d'arte, però è sempre un monsignore che frequentava gli ambienti...". Una tonaca equivoca, insomma, della quale viene reso pubblico il racconto: "Lui mi ha detto che ci stanno cose gravi e poi anche cose che fanno sorridere - ha proseguito il fratello di Emanuela - Allora io gli ho chiesto: cosa? E lui: 'Ti racconto questa... C'è un cardinale molto importante, soprattutto all'epoca, hai capito di chi parlo, veniva subito dopo il Papa'...".

LEGGI ANCHE: Emanuela Orlandi, il fratello ripercorre dolore e speranze all'Off Theatre

Pausa. Pietro, sempre al microfono, per far capire ai presenti in piazza Cavour e a chi lo ascolterà in Rete, precisa: "Si riferiva a Casaroli e io dico: allora? E lui: 'Vuoi sapere cosa faceva? Si faceva portare da due o tre massoni che aveva sempre attorno tre o quattro ragazzine sui 12-13 anni, consenzienti... Si faceva dare le mutandine, e faceva da solo... Poi gli dava qualche soldino e loro contente se ne andavano... non le toccava... erano ragazzine che andava a prendere in certi ambienti, zingarelle...' E questo - ha chiosato Orlandi - me lo diceva come un fatto divertente,  mentre le cose importanti, quelle gravi, non me le ha dette, peccato...".

Il nuovo attacco frontale al Vaticano, sferrato nella stessa sede in cui il fratello di Emanuela aveva chiamato in causa l'ex ministro Franceschini, il 13 gennaio era passato inosservato forse a causa della lunghezza-fiume dell'intervento al microfono. Ma in queste ore, una volta postata la registrazione in Rete (su Instagram), le polemiche sono immediatamente (ri)partite, esattamente come lo scorso aprile dopo le accuse a Wojtyla, con tanti internauti dubbiosi, perplessi e anche indignati, al di là della solidarietà a Pietro e agli altri familiari della ragazza scomparsa. Da parte sua, l'ex ministro Dario Franceschini, chiamato in causa circa un suo coinvolgimento in alcuni lavori nella basilica di Santa Maria Maggiore nel 2014, con il trasbordo dal Vaticano di una "cassa con materiale sul caso Orlandi", aveva immediatamente replicato: «Non so proprio niente di tutta questa storia. Per altro ricordo che Santa Maria Maggiore è extraterritoriale e che quindi Ministero e Soprintendenza non hanno alcuna competenza in materia di tutela e di autorizzazione di lavori». 

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