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Cronache
Cresce il divario nella sanità: i migliori ospedali d'Italia. Mappa
Sanità

La classifica degli ospedali Italiani: eccellenza, sfide e il futuro della sanità

La recente pubblicazione della classifica degli ospedali italiani nel 'Programma Nazionale Esiti' ha rivelato importanti dati sulla qualità delle cure ospedaliere in Italia. L'Irccs Humanitas di Rozzano, in Lombardia, ha ottenuto il primo posto per la qualità delle cure, seguito dall'azienda ospedaliera universitaria delle Marche ad Ancona, dall'Humanitas Gavazzeni di Bergamo e dall'Humanitas Mater Domini di Castellanza, Varese. La notizia è stata presentata a Roma da Domenico Mantoan, direttore generale dell'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas).

L'eccellenza nel settore sanitario è un obiettivo ambizioso, e i primi posti della classifica dimostrano il duro lavoro e l'impegno dei professionisti della salute e degli operatori ospedalieri. I direttori dei due migliori ospedali, l'Humanitas di Rozzano e l'azienda ospedaliera delle Marche, attribuiscono il loro successo al "gioco di squadra", sottolineando l'importanza della collaborazione di tutti gli operatori e collaboratori.

Per Armando Gozzini, direttore generale dell'azienda marchigiana, si tratta di "una soddisfazione importante perché siamo un esempio di un modello organizzativo. D'altra parte, il vicepresidente dell'Humanitas di Rozzano, Ivan Michele Colombo, ha sottolineato invece il vantaggio di investire sulla qualità. "Abbiamo evidenze che la qualità fa risparmiare. Nell'ambito clinico la qualità ha una valenza ancora superiore, perché siamo davanti alle persone che chiedono risposta ai loro problemi di salute. Non possiamo che sentirci in dovere morale di dare il meglio. La domanda che ci facciamo è: manderesti tua madre o tuo padre in quella struttura? E da questa risposta che si può cominciare a verificare la qualità."

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La sfida principale che emerge da questa classifica è il divario tra l'eccellenza e la bassa qualità dell'assistenza ospedaliera. Molti ospedali italiani, ben 8, non hanno ottenuto una valutazione sufficiente, e addirittura 430 sono stati considerati 'non valutabili' a causa di un livello di attività così basso da rendere impossibile una valutazione accurata. Questi dati sollevano interrogativi sulla necessità di riconvertire queste strutture in modo da fornire una migliore assistenza ai cittadini anziché chiuderle.

Secondo Domenico Mantoan, Direttore dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), dopo l'implementazione della riforma del territorio, queste piccole strutture ospedaliere dovrebbero essere riconvertite in case e ospedali di comunità, o anche ambulatori. La chiave, afferma, è la riconversione e non la chiusura. "Si tratta di 128 strutture pubbliche e altri privati accreditati, talmente piccoli per cui il numero dei ricoveri limitato non consente analisi significative", dice il Dg di Agenas.

Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed, sottolinea la necessità di un profondo cambiamento del modello di cure ospedaliere. "Il quadro presentato dall'Agenas nel 'Programma nazionale esiti' è preoccupante perché ci fa capire che questo modello di cure ha bisogno di un profondo rinnovamento". Questo rinnovamento dovrebbe basarsi su indicatori di qualità e, successivamente, su azioni volte a migliorare il percorso assistenziale del paziente, che dovrebbe essere integrato con il territorio, e sul modello di lavoro del professionista. "Efficacia ed efficienza non possono essere distaccati totalmente dalla gratificazione personale e professionale di chi lavora nella rete", conclude.

La classifica degli ospedali italiani rivela sia i successi che le sfide del sistema sanitario nazionale. La sfida è ora mettere in atto le azioni necessarie per portare queste importanti trasformazioni al livello operativo, nell'interesse della salute di tutti i cittadini italiani.

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