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Cronache
Terremoto, Marche: lingotti d'oro invece di servizi agli sfollati

I finanzieri di Camerino hanno scoperto una frode milionaria nella gestione dei servizi di accoglienza degli sfollati del sisma del 2016 e hanno sequestrato beni per oltre un milione di euro, tra i quali 19 lingotti d’oro. L’indagine, convenzionalmente denominata ‘El dorado’, è stata coordinata dal capo della procura di Macerata, Giovanni Giorgio, e da sostituto Vincenzo Carusi. A finire nel mirino delle fiamme gialle una struttura alberghiera della provincia di Macerata che, nel periodo dell’emergenza post-sisma, ha offerto il servizio di accoglienza e gestione degli sfollati. Secondo quanto si è appreso oggi, la società aveva fornito, sin dai primi mesi successivi al terremoto, ospitalità sia in favore dei cittadini sfollati che del personale delle forze di polizia coinvolte nei servizi di ordine pubblico e sicurezza nei comuni terremotati. Per questi servizi, la struttura ha incassato dalla Regione Marche e dalla prefettura di Macerata compensi per circa un milione di euro. Dalle indagini svolte sarebbe emerso che gli indagati, a vario titolo soci o amministratori e tutti tra di loro collegati da stretti legami familiari, avevano attuato una prolungata e illecita distrazione di risorse economiche dai conti correnti societari, tanto da portarla alla declaratoria di fallimento.

L’inchiesta delle fiamme gialle ha permesso sia di quantificare il valore dell’illecito commesso dagli indagati, pari ad oltre un milione di euro, e di ricostruire che quasi la metà di questa somma fosse stata investita nell’acquisto di 51 lingotti d’oro puro, dal peso complessivo di quasi 13 chilogrammi. Il gip del tribunale di Macerata, Claudio Bonifazi, su richiesta della procura maceratese, ha quindi emesso un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca del profitto del reato. Il sequestro ha interessato oltre che a disponibilità finanziarie della società, anche 19 dei 51 lingotti d’oro, pari quasi 5 chili, rinvenuti nel corso di una perquisizione all’interno di una botola nascosta sotto al letto di uno degli indagati. Dagli accertamenti svolti dai finanzieri, sarebbe anche emerso che la società ha omesso, nel 2016 e 2017, di presentare le dichiarazioni dei redditi e dell’Iva, per cui è stata considerata come evasore totale, per cui si procederà anche al recupero a tassazione delle somme evase.

Nel registro degli indagati sono finite 5 persone, soci e amministratori dell’Hotel 77 di Tolentino, struttura che risulta chiusa e dove – dopo il terremoto del 30 ottobre 2016 – erano stati ospitati sia personale delle forze dell’ordine che cittadini che avevano perso la casa: in tutto tra 80 e 90 clienti al giorno, per un servizio di pensione completa pagato con 1,5 milioni di soldi pubblici. Secondo quanto è emerso oggi in conferenza stampa, alcuni degli ospiti non usufruivano di tutti i servizi e che, dopo circa 13-14 mesi di attività di accoglienza, la società aveva dichiarato bancarotta nonostante l’introito milionario di somme pubbliche. Proprio l’utilizzo dei fondi pubblici post sisma è al centro di continue verifiche da parte dell’autorità giudiziaria. Il comandante provinciale delle fiamme gialle di Macerata, Amedeo Gravina, ha fornito alcuni dati sull’attività di controllo, aggiornati al 30 novembre scorso: 190 persone segnalate per l’illecita percezione del Cas, il contributo di autonoma sistemazione, per una cifra di poco superiore a 1,1 milioni; sono stati proposti sequestri per oltre un milione, dei quali 450 mila euro già eseguiti.

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