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Economia
L' artiglieria pesante di Draghi. Tutti i tassi vanno a zero. Qe a 80 miliardi

Era quello che volevano i mercati. E Mario Draghi non li ha delusi (anche perché le stime sull'inflazione del 2016 sono molto lontane - 0,1% tagliata dall'1% - dal target della Bce). E infatti le Borse europee (leggermente negative a fine seduta a causa dell'andamento in rosso di Wall Street) hanno accelerato alla diffusione del comunicato stampa della Bce con le nuove decisioni di politica monetaria che comprendono un ventaglio di misure poco attese, come l'estensione degli acquisti all'interno del programma di quantitative easing alle obbligazioni corporate con rating investment grade

Come ama spesso fare, il presidente della Bce ha sorpreso infatti gli operatori finanziari mettendo in campo un nuovo pacchetto di sei misure di stimolo monetario (approvate da una "maggioranza schiacciante" che fuga i dubbi sulla capacità di agire delle banche centrali, ha specificato il numero uno della Bce) che puntano a "un ulteriore allentamento delle condizioni finanziarie, a stimolare il credito e rinforzare" la ripresa.

Il Consiglio direttivo ha calcato la mano su tutto il ventaglio di misure a disposizione di politica monetaria. In primis, sui tassi d'interesse. Il numero uno dell'Eurotower (pochissimi lo avevano citato fra le possibilità)  ha tagliato il tasso principale d'interesse, fermo da mesi a 0,05%, portandolo a zero dopo che era stato detto che il livello raggiunto fosse invalicabile. Scende anche il tasso sui prestiti marginali (a 0,25%).

La seconda mossa è un taglio del tasso sui depositi a -0,40% (di 10 punti base dallo 0,30%), questo atteso dai mercati ma malvisto dal gotha finanziario in Germania: Allianz e Deutsche Bank in testa. Ma il quantitative easing, a partire da aprile, accelera decisamente dai 60 miliardi di titoli acquistati mensilmente a 80 miliardi: i mercati si aspettavano in media 70 o 75 miliardi.

Altra mossa a sorpresa, di cui si parlava da tempo ma senza segnali concreti è che la Bce ora acquisterà anche bond delle aziende non bancarie purché abbiano un rating con livello d'investimento (cioè non speculativo) e ha alzato al 50% dal 33% il limite acquistabile di ciascuna singola emissione.

Infine, è la sesta mossa, la Bce da giugno lancia un pacchetto di quattro prestiti Tltro alle banche: presterà liquidità illimitata agli istituti che fanno credito all'economia. E per la prima volta il tasso su questi prestiti sarà non più il tasso principale ma il tasso sui depositi, quindi negativo: in pratica la Bce pagherà alle banche che ricevono un prestito un tasso dello 0,40%.

Draghi ha spiegato che il piano di acquisti di titoli potenziato e ampliato oggi dalla Bce proseguità "se necessario"oltre la scadenza prevista del marzo 2017 "e in ogni caso fino a quando vedremo una sostenuta risalita della dinamica di inflazione" a valori coerenti con gli obiettivi. Il banchiere centrale ha spiegato come le nuove mosse sono pensate per "agevolare ancora le condizioni di accesso al credito" e riportare l'Eurozona vicino all'obiettivo di inflazione al 2% (a febbraio, ultima rilevazione Eurostat, i prezzi erano negativi). "Vogliamo sfruttare le sinergie tra diversi strumenti", ha spiegato sottolineando quanto la crescita dell'Eurozona sia inferiore alle aspettative di inizio anno e quanto gli emergenti e la volatilità dei mercati pesino sulla ripresa. Rivolgendosi alla politica, Draghi infine ha chiesto ai governi di "applicare le raccomandazioni della Commissione Ue", cosa avvenuta in maniera limitata nel 2015.

Tutte queste decisioni sono state prese alla luce di un aggiornamento delle stime macroeconomiche dello staff della Bce. Non a caso, Draghi ha parlato di un pacchetto contro "incertezze maggiori". La stima di crescita del Pil è ora di un +1,4% per quest'anno, poi +1,7% e +1,8%. "La previsione è stata rivista al ribasso per riflettere la debolezza dell'economia globale", ha spiegato il governatore (quella precedente, per il 2016, era di un +1,6%). L'inflazione è vista a livelli bassi, se non negativi, nei prossimi mesi, per poi risalire nella seconda parte dell'anno. La Bce ha tagliato drasticamente le sue stime sull'inflazione dell'Eurozona, portandole per il 2016 da +1% a +0,1%. Per i 2017 le previsioni scendono da +1,6% a +1,3% e per il 2018 a +1,6%.

"E' un bel bazooka quello di Draghi", ha affermato Mario Spreafico responsabile gestioni Schroders Italia, commentando la decisione di oggi della Bce aggiungendo poi che Francoforte "non rileva i bond subordinati delle banche, solo quelli corporate, ma con i quattro Tltro a tassi negativi garantisce liquidità al sistema bancario. E' questo il fattore vincente che ha fatto schizzare i titoli bancari in Borsa".

 

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