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Economia
Fca conferma: discussioni con Psa-Peugeot. Forte rialzo in Borsa. Corre Exor

Borsa, Fca balza in avvio (+10% teorico) su ipotesi Peugeot. Corre Exor

L'ipotesi di un matrimonio francese per Fca - questa volta con Peugeot invece che con Renault - mette le ali al titolo del lingotto, che, dopo i forti guadagni di ieri a Wall Street, nei primissimi minuti di contrattazione non riesce a fare prezzo con un rialzo teorico di oltre il 10% a quota 12,95, con un balzo di 1,23 euro per azione in pochi minuti. Anche la controllante Exor viene trascinata e sale del 5,98%. Fca ha confermato stamattina di aver avviato un negoziato con Peugeot in vista di un’aggregazione, già discussa in passato, quando però non si è arrivati alla conclusione perché le parti non hanno trovato un’intesa sul governo dell’azienda. La famiglia Peugeot, in passato contraria ad una eventuale diluizione, ha dichiarato di essere pronta a prendere in considerazione tutte le possibilità.

Psa: titolo balza all'8% a Parigi

Il titolo di Psa balza all'8% ad apertura di Borsa a Parigi dopo la conferma dei colloqui in corso con Fca. 

Fca conferma: discussioni con Psa-Peugeot 

Fca conferma, in una nota, che "sono in corso discussioni" con Psa "intese a creare un Gruppo tra i leader mondiali della mobilità".   "A seguito di recenti notizie in merito ad una possibile operazione strategica tra Groupe Psa e il Gruppo Fca - si dice nella breve nota - , Fiat Chrysler Automobiles conferma che sono in corso discussioni intese a creare un Gruppo tra i leader mondiali della mobilità". "Fca - conclude la nota - non ha al momento altro da aggiungere".

Fca-Peugeot prove di 'matrimonio' per un colosso mondiale

L'alleanza tra Fca e Psa potrebbe creare un gigante automobilistico da 50 miliardi di dollari (45 miliardi di euro), come ha anticipato ieri il Wall Street Journal. Una possibilità è quella della fusione paritetica. Nel nuovo colosso auto, l'amministratore delegato di Peugeot, Carlos Tavares, diventerebbe il ceo mentre John Elkann, presidente della Fca, assumerebbe lo stesso ruolo nella nuova società. Sempre secondo le stesse fonti citate dal WSJ, i colloqui sono allo stato ancora 'fluidi' e potrebbero essere prese in considerazione altre opzioni. In questa fase non vi sarebbe alcuna garanzia che un accordo finale sia raggiunto.

La notizia arriva mesi dopo che la Fiat ha ritirato un'offerta precedente per fondersi con la grande rivale transalpina di Peugeot, Renault. Il titolo di Fca ieri è balzato a Wall Street oltre il 7%. Oggi pomeriggio si riunirà il consiglio di amministrazione di Psa in via straordinaria. I sindacati italiani si dicono favorevoli a possibili alleanze soprattutto per sviluppare la transizione all'elettrico ma chiedono la tutela dell'occupazione in Italia. "Qualsiasi alleanza deve essere utile a crescere nei mercati asiatici, ad avere tecnologie e risorse per la transizione all’elettrico", ha affermato ieri all'Agi il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli. "Difficile commentare delle indiscrezioni ma pare ci sia qualcosa di più, non è la prima volta che Elkann e Tavares si parlano. A Wall Street, Fca è salita subito con +8%. Sia il gruppo Fca che Psa hanno bisogno di alleanze. Sarebbe un clamoroso smacco per il governo francese che ha perso l’occasione di creare un campione europeo dell auto con Fca e Renault", ha aggiunto.

Per il leader della Uilm Rocco Palombella "una cosa è certa, il fatto che Fca cerchi partner internazionali per realizzare joint venture è positivo. L'importante è che Fca continui a valorizzare gli stabilimenti e le produzioni italiane". Soprattutto, aggiunge all'Agi, "i partner a cui si rivolge debbono aver un vantaggio dal punto di vista dell'elettrico che è il valore aggiunto di cui Fca ha bisogno". Anche Michele De Palma, della segreteria nazionale Fiom per l'auto, sottolinea che "l'importante è tutelare l'occupazione in Italia". "Visto che stiamo parlando di una questione che riguarda due multinazionali e anche due Paesi è indispensabile che non rivediamo quello che è successo con la vicenda Renault, ma che il governo e la presidenza del Consiglio tutelino la capacità di ricerca e sviluppo che abbiamo nel nostro Paese perchè da questo dipende tutto il mondo della componentistica dell'Italia, in un momento di grande trasformazione del settore dell'automotive". "Abbiamo un interesse comune nel nostro Paese ed è legata al fatto che c'è una capacità installata di produrre 1,5 milioni di veicoli in Italia: qualsiasi ipotesi di accordo o fusione o joint venture deve partire dalla piena occupazione e produzione degli stabilimenti italiani", concluse De Palma. 

 

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