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Economia
Immobiliare, Del Vecchio, le Coop e Caltagirone: business da oltre 3 miliardi

Ancora più in basso scendendo nella classifica dei gruppi immobiliari quotati a Piazza Affari si trova un altro nome milanese, Prelios (l’ex Pirelli Re): controllata fino allo scorso anno da quattro soci storici (Marco Tronchetti Provera, Pirelli, Unicredit e Intesa Sanpaolo), nel dicembre dello scorso anno il 44,86% del capitale è passato sotto il controllo di Lavaredo, veicolo finanziario che fa capo a Burlington Loan Management, a sua volta veicolo d’investimento di diritto irlandese di Davidson Kempner Capital Management, che a inizio anno ha poi lanciato un’Opa residuale con l’obiettivo di arrivare al delisting da Piazza Affari.

carlo messina
 

Nel frattempo la capitalizzazione di Prelios, alla cui presidenza in marzo è arrivato l'immarcescibile Fabrizio Paleonzona, pur salendo del 22,5% nell’ultimo anno non ha ancora raggiunto i 160 milioni di euro. A 140 milioni di capitalizzazione, si trova un altro “nome storico” del mattone meneghino, vale a dire Bastogi che, assieme alla controllata (al 50,057%) Brioschi, altri 55 milioni di capitalizzazione, fa capo alla famiglia Cabassi che quindi complessivamente contende il quarto posto nella classifica dei principali immobiliaristi italiani alla stessa Prelios.

Alle spalle del gruppo Cabassi, con 135 milioni di euro di capitalizzazione, c’è invece Aedes, un tempo del gruppo De Benedetti ed ora controllata al 51% attraverso il veicolo finanziario Augusto dalla Sator di Matteo Arpe, dagli Amenduni, dai Roveda e dai Gavio. Agli ultimi posti del comparto immobiliare tricolore si trovano Nova Re (56 milioni di euro di capitalizzazione), Risanamento (55 milioni) e Gabetti (22 milioni): nel primo caso si tratta di una società che fa capo al gruppo Sorgente di Valter Mainetti, imprenditore italiano che nel 2001 lanciò (con Sorgente Sgr) il primo fondo immobiliare (“Michelangelo”) destinato a investitori istituzionali, comprando immobili di prestigio anche in America come il Flatiron Building e il Crysler Building, a New York.

Matteo Arpe (3)
 

Risanamento è invece una società ormai un eco distante dei “furbetti del quartierino”: nata nel 2002 dalla fusione di Risanamento Napoli e Bonaparte, all’epoca entrambe controllate dall’immobiliarista astigiano Luigi Zunino, poi uscito di scena nel 2009 (a seguito di una crisi debitoria), dopo la ristrutturazione del debito degli ultimi anni la società si ritrova Intesa Sanpaolo (48,8%) e Unicredit (22,2%) nei panni di azionisti di controllo “loro malgrado”.

Una ristrutturazione debitoria ha coinvolto anche Gabetti: il gruppo, creato da Giovanni Gabetti e quotatosi in borsa nel 1990, è ora controllata dalla famiglia Marcegaglia col 33,84%, ma anche in questo caso si ritrova una grande banca tra gli azionisti di riferimento, Unicredit (col 15,97%). Sicché, come ultimo lascito della crisi immobiliare dei primi anni del secolo, anche Jean-Pierre Mustier e Carlo Messina si ritrovano, in modo del tutto involontario, ad essere annoverati nella platea degli “immobiliaristi” tricolori quotati a Milano.

Luca Spoldi

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comparto immobiliare italianoleonardo del vecchiofrancesco caltagironemanfredi catella e valter mainetti





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