Mutui, lo spread presenta il conto. Evitare in banca i rincari autunnali
Con il carospread, le banche stanno diventando più prudenti e se la tensione sui mercati dovesse crescere per molti saranno dolori. Ecco perché
Quattro mesi (dal 7 maggio scorso a oggi) sono bastati al Ftse Mib per passare dal massimo degli ultimi 9 anni e mezzo ai livelli attuali, ovvero dal +12% al -7% di performance da inizio anno e in parallelo allo spread Btp-Bund per balzare dall’1,22% al 2,85%. Dire che i mercati attendano al varco il governo italiano è poco, se è vero come è vero che la performance della Borsa di Milano in questi quattro mesi è stata la peggiore di tutte in Europa con l’eccezione di Atene e che il rendimento dei Btp decennali solo nell’ultimo mese è balzato dal 2,72% al 3,22%, il dato peggiore dal 2013 in qua.
Potrebbe sembrare che le vicissitudini di Piazza Affari e dei titoli di stato italiani (che per Goldman Sachs sono destinate a continuare almeno sino alla presentazione della manovra di bilancio, a metà ottobre) siano una questione che interessa solo chi investe i propri risparmi in tali asset, ma non è così: l’incremento del “rischio Italia” finisce infatti col riverberarsi in un costo della raccolta che per le banche italiane è superiore a quello delle loro principali concorrenti europee e mondiali. A sua volta tale incremento di costo va a comprimere i già limitati margini di guadagno dei nostri istituti, che sono ancora alle prese col progressivo smaltimento degli stock di debiti deteriorati accumulatisi negli anni della crisi.
Così inevitabilmente la tentazione di scaricare almeno una parte dei costi sulla clientela, quindi sui nuovi mutui e sui nuovi fidi, è grande anche perché nel primo semestre dell’anno gli spread medi di offerta su mutui a tasso variabile e a tasso fisso si erano ridotti ai minimi storici, inducendo persino una ripresa delle domande di surroga per cercare di approfittare di tale situazione.
Chi vi è riuscito si è assicurato un interessante sconto: un mutuo del valore di 140.000 euro, durata 20 anni, valore immobile 220.000 euro, in media ha visto applicato al suo nuovo contratto uno spread dello 0,7% sull’Euribor a 6 mesi (contro lo 0,8% applicato nel primo trimestre dell’anno), tasso usato come riferimento in questa tipologia di contratti e che da aprile a oggi è aumentato solo frazionalmente passando da un tasso negativo dello 0,272% ad uno negativo dello 0,268%, consentendo al tasso finale pagato dai mutuatari di mantenersi attorno allo 0,5% annuo.
(Segue...)
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