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Economia
Pirelli e Brembo, si torna a parlare delle nozze: è la volta buona?
Marco Tronchetti Provera Alberto Bombassei

Pirelli e Brembo finalmente sposi? Le borse ci sperano ma la strada è stretta

Felix The Cat
 

È una di quelle storie che si sentono spesso e sembra la canzone di Annalisa "ho visto lei che bacia lui ecc ecc". Si ricorrono, Brembo e Pirelli, si studiano e si piacciono. Ma poi sembra sempre che non sia il momento buono per unirsi in matrimonio. Ieri le voci dei due protagonisti, Alberto Bombassei e Marco Tronchetti Provera, hanno ridato fiato al gossip finanziario. "Sarebbe bello - ha detto il patron dell'azienda che fornisce i freni ai bolidi di Formula 1 - ma al momento non c'è nulla". E il gran capo di Pirelli gli ha fatto eco. Sono amici e si sa, ma da qui a immaginare un matrimonio ce ne passa. Certo, questa volta qualche allineamento in più dei pianeti c'è, eccome. Prima di tutto la Bicocca deve riuscire a trovare una soluzione all'impasse con i cinesi.

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I quali, accortisi che non avrebbero mai potuto comandare per davvero con l'applicazione del Golden Power da parte del governo, hanno salutato la combriccola, disdetto il patto parasociale che permetteva a Sinochem e Silk Road di avere il 42% delle azioni di Pirelli. E adesso le ipotesi si moltiplicano. Alcuni dicono che i cinesi, limitati dal provvedimento del governo, avrebbero scelto di guardarsi attorno. E Tronchetti proverà, tramite Camfin e con l'avallo del governo, avrebbe iniziato a cercare nuovi partner su cui puntare. 

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Da qui l'idea di guardare a Brembo che già detiene il 6% del capitale della Bicocca e che permetterebbe di creare un grande polo di componentistica alto di gamma per l'automotive. I valori in campo, come ricorda oggi Il Messaggero, sono circa - in un'ipotetica società a valori borsistici correnti - del 54% per Pirelli e del 46% per Brembo. Dell'azienda di Bombassei (che ha in mano il 56%) si è parlato molto anche per motivi di governance. Il Del Capitali che è stato approvato è stato disegnato anche per impedire nuove fughe all'estero come quella di Brembo che, per avere il voto plurimo - in pratica, gli azionisti di lungo corso comandano lo stesso pur avendo una quota di capitale più esigua - ha preferito trasferirsi in Olanda.

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Anche la piazza borsistica su cui collocare questa nuova realtà sarebbe complicata da decidere. Milano? Amsterdam? Un'altra a sorpresa? Si vedrà. Quello che è certo è che, ad oggi, le interlocuzioni che ci sono state - perché, ribadiamolo, ci sono state - si sono incagliate nel momento in cui si è dovuto decidere come strutturare la nuova azienda. Pirelli intanto continua a correre, è il caso di dire, dopo la firma dell'accordo con la Formula 1 per la fornitura degli pneumatici. La soluzione del rebus, dunque, ancora non c'è. Ma i mercati ci credono. La storia è bella. Sarà realtà? Ah, saperlo...

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