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Economia
Russiagate, ecco chi lo teme in Borsa: Buzzi, Autogrill, Brembo e Stm

Per loro natura, i mercati vedono contemporaneamente in azione compratori e venditori: quelli azionari non fanno eccezione, anche se siamo abituati a dire che le vendite (o gli acquisti) hanno prevalso in giornate di forte ribasso (o rialzo) degli indici. Naturalmente chi compra e chi vende ha visioni opposte sul futuro andamento dei beni (titoli, bond, materie prime, valute e così via) che sta trattando: ieri, in particolare, coloro che da qualche tempo temevano se dopo sette anni di crescita economica e di rialzi di borsa non fosse il caso di uscire sembrano avere trovato una conferma nell’ennesimo scandalo che ha coinvolto l’amministrazione Trump e che potrebbe, secondo alcuni, sfociare addirittura in una procedura di impeachment.

Directa intermedia oltre 21 miliardi di euro nel 2016

 

Se sia così o se sia solo il pretesto per prendere profitto e lasciare il posto a chi finora non era (o era poco) investito e si chiedeva sempre più spesso se e quando fosse il caso di entrare è impossibile dirlo, fatto sta che il rischio che Donald Trump non sia in grado di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale relativamente a un taglio delle tasse sugli utili societari e ad un rilancio degli investimenti infrastrutturali e la sensazione che la Federal Reserve intenda comunque proseguire con la sua graduale “normalizzazione” sono due elementi di una miscela tossica per i mercati.

Così le quotazioni sono tornate a calare non solo a Wall Street, ma anche in Asia e in Europa, trascinate al ribasso da quei titoli che maggiormente avevano beneficiato, dallo scorso novembre, dell’elezione di Trump e delle attese che questa aveva suscitato e che ora, per lo stesso motivo, rischiano di perdere maggiormente terreno. Di chi si tratta? Anzitutto dei titoli finanziari: se Bank of America ha perso ieri il 6%, in molti scommettono che potrebbe calare di un ulteriore 10%-20% prima di tornare su quotazioni ritenute “corrette” dagli investitori. In Italia stamane cali tra i due e i tre punti percentuali abbondano e colpiscono, tra gli altri, Unicredit, Ubi Banca e Bper Banca. Ma in Italia ad essere esposti verso gli Usa sono soprattutto titoli industriali come Buzzi Unicem (-6% ieri, in calo di un altro 2,5% stamane), su cui gli investitori scommettevano in vista di una crescita dei risultati della controllata statunitense.

(Segue...)

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