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Economia
Sapelli ad Affari: "Il Ponte sullo Stretto? Un flop se non diventa non profit"

Europa, senza Costituzione l'unione bancaria è impossibile. E il ponte sullo Stretto... L'intervista all'economista Sapelli 

Nel panorama tumultuoso dell'attuale clima economico, diversi sono i temi “caldi” sul tavolo dei potenti d’Europa. Dall’unione bancaria alla crisi dell’occupazione e l’immigrazione irregolare, dal progetto del Ponte sullo Stretto alle leggi finanziarie dell’Ue, ogni tema offre un microcosmo di sfide, opportunità e impatti economici che non possiamo certamente ignorare. Ne ha parlato Corrado Passera, fondatore di illimity ma anche banchiere di lunghissimo corso, in una lunga e articolata intervista al nostro quotidiano.

E per avere un'ulteriore visione su argomenti così delicati, Affaritaliani.it ha interpellato Giulio Sapelli, tra i massimi esperti di economia e affari internazionali, nonché “quasi premier” nel 2018 dopo essere finito sul taccuino dei "papabili" di Di Maio e Salvini.

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Sapelli, oggi, in Europa, c’è solo una banca capace di reggere il confronto con quelle cinesi e americane, quella nata dalla combinazione di UBS e Credit Suisse. Cosa e chi frena l’unione bancaria nel Vecchio Continente? E quali vantaggi porterebbe?

L’unione bancaria non può esistere in Europa. Il motivo sta nel fatto che non c’è una vera e propria Costituzione. L’Ue, al momento, non dispone nemmeno di una Banca centrale: la nostra Bce non è altro che una specie di “purpose entity”. Le mancano i fondamentali per essere una banca centrale: non è una prestatrice di denaro di ultima istanza e non può difendere l’euro sui mercati mondiali.

L’unione bancaria può nascere solo da una Costituzione. L’Europa è un impero dimidiato (impotente, ndr), al massimo può fare uno dei soliti trattati che vengono sottoposti alle spinte delle forze contrastanti, delle lobby… Ricordo che quando incontrai Giuliano Amato nel 2002 (all’epoca vicepresidente della Convenzione europea, ndr), gli dissi: “Siete riusciti a fare la Costituzione?”, e lui, sconsolato, mi rispose: “No, ahimè, ne è venuto fuori solo un altro trattato...”.

L’America del Nord, ad esempio, che diede vita alla propria banca centrale solo dopo la crisi finanziaria del 1907, aveva già una Costituzione da tempo. Cosa che noi europei, invece, non abbiamo. Infatti, la Bce non ha i poteri della Fed. La soluzione? I governi trovino un accordo per stilare una Costituzione per l’Unione.

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Parlando del Ponte sullo Stretto... è giusto investire metà della Manovra o sostiene anche lei, come altri esperti, che in questo momento mancano risorse basilari in diverse parti d’Italia per avere infrastrutture adeguate e dunque le priorità sono altre?

Non vi è dubbio che l’Italia abbia bisogno del Ponte. Sono a favore di questo progetto, ma credo che alla base ci siano delle fragilità che non dovrebbero essere trascurate per nessun motivo. Ritengo, infatti, che prima di far partire i lavori per una struttura di questa importanza, dovrebbe essere riformato il suo regime di proprietà.  

Per gestire un’opera di questo tipo, tra l’altro nel bel mezzo di una zona ad altissima densità mafiosa, serve un particolare regime di proprietà che tuteli il progetto. L’unica soluzione, a mio parere, è il "not for profit". Questo sistema ha parecchi vantaggi.

Su tutti, il fatto che viene meno il bisogno di distribuire dividendi agli azionisti, oltre alla retribuzione dei membri del consiglio di amministrazione. In questo modo, tutti i proventi dei pedaggi verrebbero reinvestiti in manutenzione e in trasformazione tecnologica dell’infrastruttura stessa. Se non si applicherà questo sistema, difficilmente Il ponte sullo stretto di Messina sarà redditizio e sosterrà le spese enormi che serviranno per realizzarlo.

In Italia verranno a mancare quasi 5 milioni di persone in età da lavoro nei prossimi 15 anni. L’immigrazione irregolare può essere trasformata in una soluzione a questo problema?

Certamente, basta trasformare tale sistema malato in immigrazione regolamentata con accordi tra Stati e imprese. La trafila è semplice: serve andare a contrattare direttamente con le comunità locali per fare accordi di trasferimento di lavoratori che, su base volontaria, vogliono venire a lavorare nel nostro Paese. Ovviamente non è finita qui.

A questi bisogna anche dare vitto, alloggio e assistenza sanitaria. E, naturalmente, salari decenti. In sintesi tutto deve essere in mano allo Stato, non al mercato. Il terribile fenomeno a cui stiamo assistendo non è immigrazione irregolare, è immigrazione di mercato.

Politici e imprenditori devono capire che bisogna tornare al regime di immigrazione che vigeva nell’800 e che in Europa è durato fino agli anni ’70. L’Italia deve mettere a disposizione housing sociali; oggi, invece, gli immigrati vengono presi e messi in una sorta di campo di concentramento. Poi gli danno un telefono e chi si è visto si è visto. Non insegnano la lingua, non fanno controlli sanitari… Un vero disastro in termini di gestione.

Passando gli investimenti, l’Europa si sta allontanando sempre più dalla leadership di quei settori che saranno fondamentali nel prossimo futuro, tra tecnologia, semiconduttori, biomedicale, difesa, banche e cantieristica. Dove possiamo trovare i fondi per investire 1 trilione di dollari come gli Usa con i microchip?

Ursula von der Leyen, a capo della Commissione Europea, non ha assolutamente i “poteri” finanziari di Biden. Come accennato prima, gli Stati Uniti, al contrario dell’Europa, hanno una costituzione e un forte regime parlamentare di tipo presidenzialistico. A confronto, l’Europa non è nulla dal punto di vista istituzionale; è solo un insieme di regolamenti e di trattati.

Per questo motivo non ha i mezzi per reagire con la prontezza di investimenti pubblici e allocazione delle risorse degli Stati Uniti. Ha un parlamento che non decide nulla, vota solo sulle direttive di una commissione che altro non è che un insieme di accordi che, mano a mano, fanno i vari capi di governo.

Viene da sé che, in un mondo in cui la velocità di decisione è fondamentale, un sistema così farraginoso non è funzionale, bisogna dare potere al Parlamento. Abbiamo trasformato l’Europa in una cassa del Mezzogiorno che a seconda del potere di pressione di vari gruppi dà l'ok a dei finanziamenti a pioggia. Ad esempio la Pac, finita con la rivolta dei trattori. Ahimè, temo che l’Europa, parlando di investimenti, al momento non abbia altra scelta che guardare i veri “campioni” da lontano.






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