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Economia
Whirlpool, la crisi ora va da Conte. Ultima chiamata il nove ottobre

Come su Atlantia per il dossier Alitalia, il Ministero dello Sviluppo gioca la carta della moral suasion di Giuseppe Conte anche sugli americani di Whirlpool per lo stabilimento di Napoli che il gruppo Usa vuole vendere. Una carta che Stefano Patuanelli vuole giocare assieme ai sindacati per mettere un soggetto privato industriale (il dossier Alitalia-Atlantia-concessioni è all’esame del premier) di fronte alle proprie responsabilità e salvare così in zona Cesarini il futuro dei lavoratori.

Lo stop odierno di otto ore nei sei stabilimenti e nei due centri direzionali di Whirlpool in Italia e il corteo a Roma di 1.000 lavoratori della multinazionale americana ottengono il risultato del passaggio della vertenza dal Mise, in via Veneto a Palazzo Chigi (convocazione mercoledì 9 ottobre) visto che, tuonano i sindacati delle tute blu, la rottura dei patti del 25 ottobre del 2018 sulla fabbrica partenopea che fa lavatrici (430 gli operai impiegati) riguarda aspetti generali di mancato rispetto di contratti e prende in giro anche le istituzioni. Soggetti che in cinque anni hanno concesso milioni di soldi pubblici alla multinazionale Usa sotto forma di ammortizzatori sociali a rotazione per tutti gli stabilimenti italiani e fronteggiare così la crisi dell'industria del bianco.



In base agli accordi firmati lo scorso anno al Mise di Luigi Di Maio fra il gruppo Usa e Fiom, Fim e Uilm, gli americani avevano preso l’impegno ad investire 250 milioni a Napoli e di spostare nella fabbrica partenopea alcune produzioni di altri stabilimenti, per potenziare, rilanciandolo, il sito campano. Mission poi completamente abbandonata ad agosto di quest’anno, quando la big corp a stelle e strisce è tornata a spingere sulla riconversione della fabbrica, annunciando ufficialmente la volontà di cedere il ramo d'azienda alla svizzera Prs (Passive refrigeration solutions, una startup che detiene un brevetto di container autorefrigerati) per fronteggiare sul sito una produzione in perdita a regime di 20 milioni.


A settembre, dopo il mancato dietrofront dell’azienda in seguito alla promessa di nuovi incentivi pubblici, Patuanelli, che nel frattempo ha ricevuto il testimone  della vertenza al dicastero da Di Maio, ha lanciato un ultimatum, minacciando Whirlpool di chiedere la restituzione di tutti i finanziamenti concessi nel corso di questi anni, qualora la multinazionale non avesse mantenuto gli impegni sottoscritti nel 2018.





Dopo due settimane di mobilitazione in tutti gli stabilimenti, i lavoratori hanno manifestato il proprio dissenso oggi facendo partire il corteo in mattinata da piazza della Repubblica, corteo con in testa il funerale di una lavatrice, con croce, lumini e fiori, portata a spalla da quattro operai che è terminato al Ministero dello Sviluppo. Mentre tutti i 5.565 dipendenti della gruppo americano in Italia hanno incrociato le braccia, fermando completamente la produzione. Un successo di solidarietà perché il disimpegno da Napoli può significare in futuro il disimpegno in altre fabbriche del Paese.

Ricevuti al dicastero, Patuanelli ha annunciato agli operai il passaggio della vertenza a Palazzo Chigi, dopo aver registrato l’apertura dell’azienda a “concordare con le parti le modalità per ritornare al tavolo”. Un ritorno che per il nuovo inquilino del Mise potrà esserci soltanto se “se l'azienda sospenderà prima la procedura di cessione” a Prs. Il vero problema infatti sta nell'affidabilità delle imprese straniere che sottoscrivono patti e non li rispettano: non a caso il ministro pentastellato ha detto alle delegazioni sindacali di essere preoccupato dell'esperienza delle ristrutturazioni ex Whirlpool. Il pensiero va alle vicende francesi (stabilimento di Amiens) ma soprattutto al caso Embraco di Riva di Chieri.

Al termine deIl'ennesima tappa della lunga vertenza che riguarda la Whirlpool di Napoli, i sindacati esultano, ma c'è poco da star allegri: il tempo stringe e, in caso di fumata nera, non ci sarà più tempo per scongiurare una cessione che verrà siglata tre giorni dopo. Le tute blue sperano in Conte. 

twitter11@andreadeugeni

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