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Esteri
Cina-USA: inversione dei ruoli nella governance globale
Donald Trump e Xi Jinping (foto Lapresse)

Gli USA metteranno fine alla loro relazione con l'organizzazione mondiale della sanita (Oms): lo ha annunciato Donald Trump alla Casa Bianca in relazione alla gestione della pandemia di coronavirus. Ultimo, drammatico, atto di una inversione di ruoli nella governance globale.

Gli organismi multilaterali per lungo tempo sono stati guidati da Washington ma questa tendenza sta mutando e le tensioni sino-statunitensi incidono sulla governance globale. Per affermare il proprio ruolo Pechino promuove nomine e nuovi enti a guida cinese.

La Cina è oggi tra i maggiori finanziatori delle Nazioni Unite. Tra i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, la Repubblica Popolare è anche il maggiore contribuente per le truppe impiegate nelle missioni di pace, attive in primis nelle aeree di crisi in Africa.

La presenza cinese ai vertici dell’ONU si estende a diversi organismi, tra cui l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO) presieduta da Liu Fang; l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO)  con a capo Li Yong, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) presieduta da Zhao Houlin. Per l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC, WTO) Yi Xiaozhun ricopre il ruolo di Vicedirettore Generale, mentre Zhang Tao è il Vicedirettore Generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Liu Yanguo è il Direttore dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ITCILO) e Xue Hanqin ha ottenuto nel 2018 la carica di Vicepresidente della Corte Internazionale di Giustizia (CIG). Dal 2019 il ruolo di Direttore Generale della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura è ricoperto da Qu Dongyu, ex vice-ministro dell’Agricoltura della Repubblica Popolare e primo funzionario cinese a ricoprire questo ruolo.

L’interesse di Pechino per le Nazioni Unite, e la crescente influenza all’interno dei suoi organismi, rappresenta un punto essenziale nella strategia di politica estera che ha focus specifico sui paesi in via di sviluppo. La Repubblica Popolare siede tra le grandi potenze come membro del Consiglio di Sicurezza con diritto di veto e al tempo stesso si presenta come leader del Gruppo dei 77, che dal 1964 rappresenta le economie emergenti e oggi conta 134 nazioni.

Tra gli enti internazionali, la Cina ha avuto anche la leadership dell’OMS, con Margaret Chan, dal 2007 al 2017 a capo della direzione generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e dell’Interpol, affidata a Meng Hongwei fino al 2018.

Gli Stati Uniti sono sempre stati i maggiori finanziatori dell’OMS ma durante l’emergenza covid il ruolo si è invertito; i contributi di Pechino sono aumentati mentre Trump ha deciso di sospendere i fondi all’organizzazione.

Negli anni recenti gli USA hanno ridotto i propri finanziamenti alle Nazioni Unite, ritirandosi anche da alcuni organi ONU, come il Consiglio dei Diritti Umani (UNHRC) nel 2018. Questo decrescente attivismo statunitense sullo scenario internazionale rappresenta un nuovo trend negli equilibri sino-americani. 

Questa direzione è visibile, inoltre, nella creazione di nuovi enti multilaterali, come la Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB), e dalla successiva adesione a tali istituzioni da parte dei maggiori alleati statunitensi, tra cui Australia, Regno Unito, Italia, Germania e Francia.

Lo sviluppo dell’iniziativa Belt Road rappresenta la manifestazione più evidente del crescente ruolo geo-economico, confermato dagli accordi siglati con 140 paesi e regioni. Maggiore è l’influenza di Pechino nel vicinato asiatico, soprattutto con i paesi appartenenti all’Associazione delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN), tra cui Singapore è la principale destinazione per investimenti cinesi in Asia.

Pechino collabora con questi paesi in numerosi forum multilaterali (ASEAN+6, ASEAN Regional Forum, Asia-Europe Meeting). L’istituzione di un’area di libero scambio Cina-ASEAN (ACFTA) ha inoltre incrementato gli scambi, soprattutto dopo il ritiro statunitense dall’area di libero scambio del Partenariato Trans-Pacifico (TPP) nel 2017.

La crescita dell’economia cinese potrebbe condurre nei prossimi anni ad un trasferimento del quartier generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI) da Washington a Pechino. Questo è quanto affermato da Christine Lagarde durante una conferenza del 2017 al Center for Global Development, confermando che la sede del Fondo deve essere nel paese col maggior Pil nominale. Fin dalla sua istituzione nel 1945, gli Stati Uniti hanno dominato il mercato globale risultando i maggiori azionisti del fondo. Quando avverrà il sorpasso della Cina sugli USA come prima economia, vi saranno nuove dinamiche nell’organizzazione.

Anche nella promozione di attività culturali la Cina ottiene un primato, raggiungendo, a fianco dell’Italia, la quota di 55 siti UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura); mentre nel 2018 gli Stati Uniti hanno deciso di uscire dall’ente. UNESCO rappresenta una delle più forti sfere di influenza culturale a livello internazionale.

Mentre Washington si allontana dagli organismi multilaterali e dagli accordi di libero scambio, la Cina aumenta il proprio ruolo globale.

*Lorenzo Riccardi insegna fiscalità presso Shanghai University ed è managing partner di RsA Asia. Vive in Cina da 15 anni dove segue gli investimenti esteri nel Far East e ha ricoperto ruoli nella governance dei piu grandi gruppi industriali italiani. A gennaio 2020 ha completato un progetto di viaggio in ogni paese del mondo raccogliendo trend e dati economici da Shanghai, in ogni regione, lungo le nuove vie della seta (200-economies.com).

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