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Esteri
Elezioni Canada, dispetto Biden con Aukus: ora Trudeau rischia il ko

Ha fatto una puntata da giocatore d'azzardo per prendersi tutto, ora rischia di perdere anche quanto aveva in precedenza. Lunedì 20 settembre si svolgono le elezioni anticipate in Canada, chiamate dal primo ministro Justin Trudeau nel tentativo di rafforzare la propria posizione. Pensava di vincere agevolmente, invece ora tutti i sondaggi parlano di un serrato testa a testa che può finire in qualsiasi modo. Durante questa campagna elettorale estiva, Trudeau ha ricevuto delle brutte sorprese, l'utima delle quali provocata da colui che pensava potesse diventare il suo principale alleato: Joe Biden.

Dispetto Biden su Aukus, Trudeau rischia di perdere le elezioni

Già, perché l'annuncio di Aukus ha letteralmente spiazzato Ottawa, alimentando numerose critiche nei confronti di Trudeau. Il nuovo patto di difesa stabilito da Stati Uniti, Regno Unito e Australia non prevede infatti la partecipazione del Canada, nonostante il paese cooperi con gli altri altri tre nell'ambito dei Five Eyes. Un vero e proprio smacco, che testimonia secondo gli oppositori di Trudeau la scarsa rilevanza globale del Canada sotto la gestione di Trudeau. Il leader conservatore Erin O'Toole, il rivale principale di Trudeau alle urne, lo ha definito "un altro esempio del fatto che Trudeau non è preso seriamente dai nostri amici e alleati nel mondo. Il Canada sta diventando sempre più irrilevante con lui". Anche Jasmeet Singh, capo dei Nuovi Democratici di origini Sikh, ha criticato il primio ministro sostenendo che la campagna elettorale abbia distratto il capo di governo da una nuova piattaforma che poteva essere cruciale per aumentare la pressione sulla Cina per la liberazione dei due canadesi detenuti in Cina, Michael Spavor e Michael Kovrig. 

La delusione nei rapporti tra Canada e Usa, anche con Biden

Trudeau ha provato a difendersi sottolineando che Aukus nasce come piattaforma per i sottomarini nucleari e che il Canada non fa parte di quel mercato. Ma è chiaro che sotto c'è qualcosa di più. Da una parte, il primo ministro ha sempre cercato di non esagerare nella contrapposizione con la Cina, anche per i numerosi interessi commerciali sul mercato di Pechino. Elemento che non è piaciuto né a Donald Trump prima, né a Biden poi. Dall'altra parte, c'è un rapporto con il nuovo presidente democratico che non decolla. E dire che Trudeau è stato tra i primi leader ricevuti alla Casa Bianca da Biden. Si era anche parlato di un'ampia collaborazione su diversi fronti, comprendenti sia il settore economico sia quello difensivo. Si era parlato per esempio di un piano comune sull'Artico, altra regione che sta diventando sempre più cruciale per gli equilibri globali. Invece il rapporto è rimasto cordiale, ma senza slanci particolari. 

La scommessa di Trudeau sui vaccini rischia di non pagare

Chiaro che il mancato decollo delle relazioni bilaterali con Washington si ripercuota anche sull'immagine di Trudeau, già messo più volte all'angolo negli scorsi anni per la sua incapacità nel costruire un rapporto positivo con Trump. Ma se in quel caso Trudeau aveva gioco facile a dare la colpa all'ex presidente, stavolta con Biden si trova in maggiori difficoltà. Non si tratta dell'unico problema per Trudeau. Il primo ministro aveva chiamato elezioni anticipate nella convinzione che la rapidità della campagna vaccinale (il Canada è tra i paesi più immunizzati al mondo) gli potesse garantire di cementare la sua presa riducendo la dipendenza dall'appoggio esterno del partito di Singh.

I conservatori in rimonta, il leader di sinistra Singh sarà il kingmaker

Ma nuovi focolai hanno messo in crisi il suo piano, mentre la popolarità di Singh continua a crescere. Tanto che la dipendenza dal suo partito rischia persino di aumentare. Anzi, la crescita del leader di origini Sikh rischia di costare qualcosa a Trudeau nel testa a testa coi conservatori di O'Toole, che ora sperano davvero di tornare a conquistare la maggioranza dopo i due mandati dei liberali. Negli ultimi sondaggi, sia Trudeau sia O'Toole sono dati al 32%. Singh segue al 20% e non ha speranze di guidare il governo ma è chiaro che potrebbe diventare lui il kingmaker. E se si desse vita a un terzo governo Trudeau di minoranza alla fine il suo peso finirebbe per aumentare rispetto a quello precedente. Singh, figlio di immigrati del Punjab, ha ricevuto il sostegno di stelle della sinistra americana come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, mentre Barack Obama e Hillary Clinton si sono spesi per l'amicon Trudeau.

Elezioni Canada, testa a testa serrato: Trudeau rischia tutto

Eppure, il dispetto di Biden potrebbe costare parecchio a un primo ministro la cui stella sembra in ogni caso sbiadita dopo i fulgori degli scorsi anni. Il suo programma è considerato meno audace di un tempo, e anche le sue politiche sul contrasto al cambiamento climatico e per i diritti umani sembrano aver perso slancio, rispetto a un piano ben più attraente (per gli elettori di sinistra) approntato da Singh. Trudeau ha fatto la sua puntata da giocatore d'azzardo, ma alla fine in mano potrebbe ritrovarsi con delle carte meno splendenti di quelle che aveva prima di puntare.

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