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Cooperative del vino in crisi. Tensioni tra i vertici delle grandi cantine
cantine vino

Sale la tensione tra i vertici manageriali delle coop e i consigli di amministrazione nelle cantine italiane

La crisi del vino si fa sentire anche nelle cantine sociali. Per Luca Rigotti, presidente del settore vino di Confcooperative FedagriPesca, si tratta di una recessione di tipo strutturale da cui si deve trovare un modo per uscire rapidamente. Una ricerca del Censis infatti, come riporta Gambero Rosso, ha confermato che sono nate tensioni, a volte insanabili, tra i vertici manageriali delle coop e i consigli di amministrazione. Tutta colpa dell'aumento di costi di produzione, esportazioni in calo e una vendemmia al di sotto delle aspettative.

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La dimostrazione dello stato di tensione è il mancato rinnovo della fiducia al direttore generale di Cadis1898, Wolfgang Raifer, o la messa in minoranza delo storico presidente di Moncaro, Doriano Marchetti. Il problema più incessante, spiega Rigotti a Gambero Rosso, è in primis l'aumento del costo del denaro che si aggiunge a quello delle materie prime "che non registra ancora riduzioni consistenti".

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Parlando di costi di produzione, come riporta il Censis, basta pensare che tra il 2020 e il 2023 il prezzo degli imballaggi in legno per il vino è aumentato del 28,2% per il sughero e del 14,8% per la carta. Cresce anche il prezzo del vetro per le bottiglie (+25,3% tra 2022 e 2023). Per quanto riguarda le esportazioni, invece, il calo nel complesso non è negativo. Il Censis fa notare un +54,2% dal 2013 al 2023. Il calo è comunque avvenuto l'anno scorso ma è stato limitato (-0,8%). Preoccupa però che a crescere sia solo l'Europa (3,6%) mentre le esportazioni di vino scendono in tutte le altre Aree del piantea (-12% in Asia e Oceania). 

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Le aziende lamentano anche una difficoltà di accesso al credito. L’Abi (Associazione bancaria italiana) afferma che il tasso praticato in Italia alle imprese per prestiti fino a un milione di euro è passato dall’1,75% del dicembre 2021 al 5,72% del dicembre 2023. Per cifre superiori il tasso è passato dallo 0,89% al 5,28%. "Nel confronto con la media dei paesi dell’Area euro - evidenzia Confcooperative - le condizioni praticate in Italia risultano più restrittive in entrambe le categorie di prestiti presi in esame".





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