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Benevento, 2 nov. (Labitalia) - “La vocazione principale dei Consorzi di tutela è quella di creare sul territorio occasioni di valorizzazione e sviluppo, inteso ormai come imprescindibilmente legato al concetto di sostenibilità. Sotto questo punto di vista, si sta sempre più prendendo coscienza della possibilità di realizzare una sorta di biodistretto, che abbiamo chiamato ‘bio-Sannio’, con l’obiettivo di mettere in rete le varie competenze che, a livello di conoscenza, di produzione, di cultura, possano essere motivo e motore di sviluppo territoriale”. Così Nicola Matarazzo, direttore del Sannio Consorzio tutela vini, illustra i progetti per promuovere quest’area in provincia di Benevento da sempre vocata alla viticoltura e che copre la metà della produzione in Campania (video).Un territorio, il Sannio, che conta, infatti, 10mila ettari vitati, estesi fra due parchi naturali, per un milione di ettolitri di vino prodotti da 7.900 imprenditori. Terra di Falanghina e Aglianico, conta 1 Docg, 2 Doc e una Igp, per più di 60 tipologie di vino, che stanno ottenendo sempre maggiori riconoscimenti dalla Guide enologiche. “Il Sannio piano piano sta emergendo: c’è un’attenzione maggiore verso questo territorio - conferma il presidente del Consorzio, Libero Rillo - e dall’altra parte c’è un miglioramento della qualità dei nostri vini. Tutto questo anche grazie alle attività del Consorzio e alla collaborazione fra le aziende. Stiamo cercando di fare il possibile per crescere sempre di più”.Un vero e proprio boom, in particolare, ha conosciuto la Falanghina: dalla prima bottiglia ‘in purezza’ nel 1979 (grazie all’intuizione di Leonardo Mustilli, viticoltore pioniere del Sannio scomparso proprio nei giorni scorsi), questo storico vitigno è arrivato alla Doc, che ha portato al raddoppio della produzione. Sempre più richiesta, anche nella versione spumantizzata, da Milano a Roma, nelle tavole stellate o nel riscoperto abbinamento con la pizza, negli ultimi due anni la Falanghina ha registrato un +20% raggiungendo i 5,8 milioni di bottiglie certificate. Quanto alla vendemmia di quest’anno, però, anche in quest’area si registra un calo. “Anche il Sannio - riferisce il direttore Matarazzo - ha risentito delle condizioni meteorologiche che si sono avute in tutta Italia, e qui in modo specifico con una serie di gelate che hanno compromesso alcune tipologie di prodotto. Mediamente, perché la situazione territoriale cambia da zona a zona, possiamo calcolare intorno a un 10-15% in meno”. Ma a preoccupare è piuttosto il rischio desertificazione delle superfici vitate, che riguarda tutta la Campania, dove in 10 anni si è perso circa il 23% della produzione. Eppure, la viticoltura che caratterizza colline e valli sannite ha un ruolo fondamentale di tutela dell’ambiente ma anche di sostentamento economico della popolazione locale: per quasi tutti gli imprenditori del vino, infatti, la viticoltura resta un’attività esclusiva e quindi l’unica fonte di reddito.Da qui il progetto del Consorzio di tutela vini di puntare sulla sostenibilità e sul bio-distretto. “Quando si intraprende un percorso di sostenibilità, che non significa solo ambientale, ma anche economica e sociale, e in modo particolare di responsabilità sociale delle aziende, è necessario e opportuno - afferma Matarazzo - rivolgersi a una serie di interlocutori che possano dare dei contributi sotto l’aspetto scientifico. E questo lo stiamo percorrendo da anni con partnership con l’Università del Sannio, dove dovrebbe partire anche un corso di laurea in Enologia, con il Cnr e con altri istituti di ricerca, che ci consentono di avere dei contributi scientifici per poter poi prendere delle decisioni e quindi delle strade per il nostro territorio”.“Questo ci ha consentito - prosegue - di fare anche questa progettazione, dove l’obiettivo principale è quello di creare un territorio all’interno del quale si possa avere una vita legata al benessere, ma anche dove questo concetto di benessere possa essere uno strumento nei confronti degli ospiti”.Tra le potenzialità ancora inespresse del Sannio, infatti, c’è il turismo enogastronomico. “Per il nostro territorio - spiega il direttore del Consorzio - il turismo legato all’enogastronomia è qualcosa di molto interessante: per questo è importante creare sul territorio una capacità e una cultura dell’ospitalità. Stiamo cercando di spingere quanto più possibile i singoli attori e produttori a dotarsi di strutture per l’accoglienza, in modo da poter realizzare una serie di iniziative. Il percorso è piuttosto lungo, ma sicuramente è uno dei fattori che ci consente di condividere con gli ospiti le bellezze di questo paesaggio”.Fondamentale, sul territorio, è fare rete. “Per poter competere su quello che è diventato oggi un mercato globale del vino, è necessario avere anche da parte delle aziende - sottolinea Matarazzo - dei requisiti che consentano di sopravvivere. In questo contesto, stiamo cercando di realizzare una serie di azioni che mirano innanzitutto a creare rete fra i produttori”.“E il Consorzio, essendo già di per sé una rete, consente di svolgere - fa notare - attività di promozione. Non a caso, il Consorzio annualmente, e in base alle possibilità che si verificano sul territorio, presenta progetti sotto l’aspetto proprio della promozione con le misure Psr e Ocm. Questo per consentire al gruppo di aziende di essere presenti su mercati dove singolarmente non potrebbero esserci, ma anche per consentire di avere una visione comune e condivisa di presentazione sui mercati sia europei sia extra-europei”.La carta vincente per il Sannio Consorzio è la forte coesione fra gli associati. “Tutto questo chiaramente è possibile nel momento in cui c’è una forte compattezza associativa, e in questo siamo fortunati - conclude il direttore - perché il Consorzio di tutela presenta una compagine molto variegata, dove coesistono in maniera equilibrata esigenze legate alla cooperazione, con la presenza di cooperative molto significative, ma anche quelle di tutta una serie di piccoli e medi produttori che, insieme, riescono a sviluppare un percorso comune utile per accrescere la reputazione e l’autenticità di questo territorio”.





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