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Corrado Passera, da banchiere a politico: "Ricomincio da cinque"


Ma chi glielo fa fare? La domanda se la fanno tutti, quando si pensa a Corrado Passera, un giovanottone che ha già superato la sessantina, che da fondatore e gran capo di Intesa San Paolo, la più grande banca italiana, è stato uno dei dieci uomini più potenti d’Italia e ha guardato dall’alto del suo metro e 90 e della sue poltrone manageriali i personaggi più influenti dell’economia, della finanza e della politica.

Chi glielo fa fare a imbavagliarsi in una manifestazione politica come fosse Marco Pannella, lui che ha sempre portato la grisaglia grigia di Monetti e la cravatta regimental? E ancora: chi glielo fa fare a scorrazzare qua e là per l’Italia consumandosi le scarpe, comode sneakers al posto delle Church’s, per spiegare il suo Progetto, proprio lui che era abituato all’aereo privato, alle auto blu coi vetri oscurati e alle luci soffuse delle banche?

Chi glielo fa fare a sciropparsi chilometrici, verbosi e vaghi dibattiti politici dove ci si da tutti del tu, lui che faceva meeting stringati e veloci con Bazoli o De Benedetti, Montezemolo o Della Valle e riunioni di Cda in cui il lei era di rigore e si decidevano le sorti di aziende e di persone e si autorizzavano o bloccavano. col suo parere determinante, operazioni miliardarie e piani pluriennali di investimenti e finanziamenti?

Chi glielo fa fare a ballare la cumparsita con gli anziani del dopolavoro in qualche quartiere periferico di Milano, lui che frequentava solo top manager, industriali e politici per determinare con loro le magnifiche sorti e progressive del Paese?

Che ci guadagna a spingere per qualche articolo di giornale, proprio lui che nominava il direttore del Corriere della Sera?

E chi glielo fa fare a percorrere come un gambero questa strada in discesa, con possibile ripartenza, da politico nazionale e da sindaco di Milano?

Le domande devono essere arrivate come fischi alle orecchie di Corrado Passera che, per rispondervi, ha appena licenziato per i tipi della Bur Rizzoli un bel libro autobiografico e umano, un po’ alla Troisi, che spiega tutto sin dal titolo: "Ricomincio da cinque, quello che ho imparato dalla vita e dai miei figli" e dal sottotitolo: ”Cinque sfide professionali, cinque figli e la voglia di rimettersi in gioco, sempre”.

In attesa della nascita del suo quintogenito, in lizza per succedere a Giuliano Pisapia alla guida della capitale morale d’Italia dopo essere stato responsabile di Olivetti, Poste Italiane, Intesa San Paolo e ministro del governo Monti.nel libro intervista, curato da Sara Fallaci, giornalista di Vanity Fair e scrittrice, specialista nello scoprire il lato umano e privato dei personaggi celebri, il manager, laureato in Bocconi e formatosi alla grande scuola McKinsey, ripercorre il proprio tragitto di uomo, marito e padre, oltre che quello professionale: l’infanzia e la giovinezza in cui racconta come i genitori, albergatori comaschi, gli abbiano trasmesso “i valori che contano”, gli anni dell’università, le sfide lavorative sempre vissute all’insegna della ricerca dell’innovazione e del fare squadra, la discesa in campo in politica con il Movimento da lui fondato, Italia Unica.

La sua testimonianza rivela lati inediti della sua vita, dal senso di sconfitta dato dal divorzio (dopo aver dormito sul divano nella fase più critica e finale del suo matrimonio) all’amore e alla condivisione totale con la sua attuale moglie Giovanna Salza, alle scelte più difficili prese come manager e politico. E fornisce letture e ritratti inediti e sorprendenti di fatti e personaggi della vita pubblica italiana (da Giovanni Bazoli a Carlo De Benedetti, da Mario Monti a Giuliano Pisapia e non solo). Passera non dice tutto, ovviamente. E l'autrice sembra un po' soffrire di qualche meccanismo di identificazione e transfert. Ma è una lettura intrigante e per molti aspetti istruttiva. Che si integra con il precedente libro "Io siamo", nel quale Passera aveva presentato la sua piattaforma politica: Insieme per costruire un’Italia migliore.

Del volume, di cui ospitiamo un’anteprima, Affaritaliani.it ha scelto il nono capitolo: Berlusconi, Renzi e il bisogno di un’alternativa.

Berlusconi, Renzi, e il bisogno di un'alternativa, di Corrado Passera


CORRADO PASSERA (Como, 1954) è stato manager in aziende private e pubbliche, ha guidato Olivetti, Poste Italiane e Intesa Sanpaolo, è stato ministro per lo Sviluppo economico, le Infrastrutture e i Trasporti. Nel 2014 ha fondato il movimento politico Italia Unica. È sposato con Giovanna e padre di quattro figli: Sofia, Luigi, Luce e Giovanni e presto avrà una quinta figlia. Per Rizzoli ha pubblicato nel 2014 lo siamo.

SARA FAILLACI, giornalista e scrittrice, è inviato di "Vanity Fair". Da oltre dieci anni si occupa per il suo giornale di interviste e ritratti di personaggi celebri, compresi i protagonisti della politica italiana degli ultimi dieci anni, cercando sempre di approfondire il lato umano e più privato della loro vita. È sposata con Giacomo e madre di due bambine: Matilda e Bianca.

Ricomincio da cinque. Quello che ho imparato dalla vita e dai miei figli
Listino:€ 14,00
Editore:Rizzoli
Pagine:217

Tags:
corrado passera





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