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Libero e il Giornale contro la Meloni e Mediaset pro sinistra?
Alessandro Sallusti e Mario Sechi

Libero e il Giornale contro la Meloni e Mediaset pro sinistra?

Non è sfuggito che subito dopo la sconfitta del centrodestra in Sardegna ci sia stato un tiro a palle incrociate contro la Meloni da parte di due giornali della scuderia di Antonio Angelucci, eletto con la Lega.

Due articoli critici sulla conduzione della vicenda sono infatti apparsi sia su Libero a firma del direttore ed ex portavoce Mario Sechi sia su il Giornale a firma dell’ex direttore Augusto Minzolini e non del direttore Alessandro Sallusti.

Il caso o la necessità? si chiederebbe il filosofo Jacques Monod.

Mario Sechi scrive: “Truzzu è il primo vero errore di valutazione fatto da Giorgia Meloni da quando è premier. Siamo all’inizio di un big bang: “il campo largo” di Schlein e Conte è destinato a saldarsi. Divisi hanno perso le elezioni politiche, insieme hanno corso bene in Sardegna. I cicli politici sono accelerati, gli anni passano veloci, il centrodestra dovrà trovare un assetto diverso da quello che abbiamo visto finora. gli elettori hanno suonato la sveglia…”.

Invece Minzolini fa ricorso al concetto greco e dotto di hybris ma non è meno duro:

“Per vincere, la coalizione di governo deve mettere da parte innanzitutto l’arroganza che l’ha contagiata fatalmente dopo la vittoria alle ultime politiche…”.

La cosa non è certo passata inosservata perché finché sono i “soliti” Repubblica, La Stampa, Domani e Il Fatto a sparare ad alzo zero è normale ma in questo caso è difficile non interpretare il tutto come “fuoco amico”.

Si è fatto notare giustamente che l’articolo de il Giornale non è di Sallusti, molto vicino alla Meloni ma bensì di Minzolini, come se il direttore avesse voluto fare un passo indietro perché non se la sentiva di fare critiche al premier di cui è biografo, mentre Sechi ha molta più liberta di manovra e l’ha dimostrato scrivendo in prima persona.

Non può neppure sfuggire che il Giornale non è solo degli Angelucci ma c’è ancora una quota della famiglia Berlusconi e qui qualcuno ha supposto gli echi delle note vicende che hanno visto contrapposte Mediaset e la Meloni per i fuorionda di Striscia la Notizia che hanno colpito e affondato Andrea Giambruno.

Oppure, più semplicemente, c’è stata una tirata d’orecchie sulla scelta di cambiare candidato governatore all’ultimo momento, visto che Salvini aveva opposto una giusta resistenza paventando possibili difficoltà, come in effetti è poi effettivamente avvenuto.

E parte un missile de il Giornale anche contro Trump

Inoltre, qualche giorno fa, è uscito su il Giornale un articolo in cui veniva attaccato Donald Trump per alcune sue piccole gaffe, niente in confronto a quello che sta combinando Joe Biden. Ne abbiamo parlato qui. È appena il caso di ricordare che Trump gode di ottima stampa a destra, almeno finora, e che probabilmente sarà rieletto Presidente degli Usa, anche a causa dell’inconsistenza dell’avversario.

Nel contempo c’è da notare come la strategia di Mediaset sia sempre più strana. Ad esempio, poco prima delle elezioni in Sardegna, Daniele Capezzone si è trovato letteralmente circondato da “sinistri” alla trasmissione di Bianca Berlinguer in un atto di raro masochismo mediatico che certamente “babbo” Silvio avrebbe evitato.

Va bene aprire all’opposizione ma qualche volta Mediaset sembra una succursale de La7 o di Rai3.

Business is business, ma già la sinistra ha un inedito Agnelli che la supporta e la difende e non è il caso di regalarle anche Mediaset, poco prima poi di una elezione così delicata come quella sarda.






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