"Maneskin? Questi stupidi mi fanno pena", la mazzata del rocker Capovilla
Il "fuck Putin" urlato dal frontman Damiano David al Circo Massimo ha trovato l'approvazione di molti, ma una rockstar non la pensa allo stesso modo...
Maneskin, il rocker Capovilla durissimo su Facebook: "Che pena questi giovani stupidi"
La rockstar Pierpaolo Capovilla si scaglia contro i Måneskin. Si sa, ormai i social network sono il posto migliore dove iniziare una polemica. Lo vediamo per quel che riguarda il mondo della politica, dello spettacolo e, appunto, anche della musica. Lo scorso sabato sera, la band italiana più famosa del mondo si è esibita al Circo Massimo di fronte a “sole” 70 mila persone. Durante il concerto, il frontman del gruppo romano Damiano ha ripetuto il “fuck Putin” già detto al prestigioso festival americano Coachella: “E anche se a qualcuno dà fastidio, continuiamo ad urlarlo: fuck Putin, fanc**o la guerra, fanc**o i dittatori”.
Tra le tante, forse troppe, lodi che i quattro membri del gruppo sono ormai più che abituati a ricevere, un personaggio in particolare non visto di buon occhio il gesto. Pierpaolo Capovilla, frontman che da One Dimensional Man, Teatro degli Orrori e ai più recenti Cattivi Maestri ha sempre rappresentato l’avanguardia della scena rock alternativa in Italia, in un velenoso post su Facebook ha parlato della giovane band.
Il grido di Damiano dei #Maneskin “Fuck Putin!” davanti ai 70mila del #CircoMassimo non é di certo la soluzione ai problemi dell’Ucraina ma che un gruppo così ascoltato dai giovani non abbia paura - tra tanti omologati neo putinisti - di schierarsi dalla parte giusta è importante pic.twitter.com/09bou8twbO
— Luciano Nobili (@lucianonobili) July 10, 2022
“Che pena che fa questo gruppo di giovani stupidi. Conformisti, intrappolati nel successo, purissima plastica, perfetti rappresentanti di una generazione di imbecilli, incapaci persino di comprendere le circostanze storiche che hanno portato alla guerra in Ucraina”.
“Tanto, se sei rock, puoi essere superficiale, accontentarti degli slogan, e soprattutto non dare fastidio al Dipartimento di Stato USA. Poverini, non hanno capito niente del mondo, ma tanto, siamo rock, giusto? Basta usare la parola “fuck” e tutto il resto passa in secondo piano. L’ignoranza, la falsa coscienza, l’ideologia americana, la spazzatura al posto del cibo”, conclude la rockstar classe 1968.
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