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Nomine Rai: Saltano direttori Tg, l'Ad Salini si arrende al M5s (e alla Lega)

La storia si ripete, e come diceva Ennio Flaiano, la prima volta è tragedia e la seconda volta è farsa. Farsa, termine più che mai appropriato per descrivere l'attuale situazione a Viale Mazzini, con le nuove nomine dei direttori dei Tg e la superdirezione dell'Approfondimento (ovvero l'Informazione) annunciate e poi saltate per l'ennesima volta a causa di un veto del M5s nella vesti del nuovo capo politico grillino ad interim Vito Crimi.

L'Amministratore Delegato Fabrizio Salini si è arreso infatti al diktat di Crimi, che gli ha chiesto - in cambio dell'accettazione della nomina di Mario Orfeo alla direzione del Tg3 - lo sdoppiamento della carica di Giuseppina Paterniti (attuale direttrice del Tg3 in quota pentastellata) estendendola anche alla direzione dell'Approfondimento che sarebbe invece dovuta andare ad Antonio Di Bella (attualmente direttore di RaiNews). Cassato dunque Di Bella per volere di Crimi, il Pd è insorto e ha fatto saltare il banco.

Le nomine dei Tg e la superdirezione dell'Approfondimento sono dunque ancora una volta cancellate, e - paradossalmente - l'unica nomina prevista per domani sarà quella di Marcello Ciannamea (in quota Lega) quale superdirettore della Distribuzione (carica importantissima).

Ricapitolando: 1) i grillini sono ormai gli azionisti di minoranza del Governo Giallo-Rosso e continuano a dettare legge in Rai, smaniosi di controllare l'Informazione (ma, in campagna elettorale, la politica non doveva essere avulsa dalla Rai, e non hanno manifestato solo qualche giorno fa in piazza contro i poteri della "Casta"?); 2) Il Pd, socio di maggioranza del Governo, viene per l'ennesima volta penalizzato; 3) La Lega (all'opposizione) è l'unica a portare a casa una nomina di rilievo. 

In tutto questo, l'Ad Salini ha annunciato che, domani in CdA, farà una sorta di trionfale "discorso alla Nazione", quando - in un Paese normale - dopo essersi piegato per l'ennesima volta a un M5s in inesorabile declino mantenendo nell'azienda una situazione ormai politicamente obsoleta, avrebbe dovuto presentare le proprie dimissioni (come del resto ha già fatto a Sky, Fox e La7). Dimissioni chieste espressamente dal Pd, che, dal canto suo, è più che mai sul piede di guerra: non solo non vi è stato il riequilibrio dell'informazione dopo la salata multa dell'AgCom alla Rai, ma addirittura il M5s pretende di sdoppiare la carica di Giuseppina Paterniti (ormai prossima alla pensione e con il suo Tg3 in calo di ascolti), ai danni di uno stimato professionista come Di Bella. Siamo alla distopia, insomma. 

Voci insistenti ora danno Fabrizio Salini a rischio cacciata, un pericolo che noi di affaritaliani avevamo già sottolineato mesi fa... vedremo se le minacce avranno seguito.

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