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Ascolti Tv: pirateria audiovisivo, cresce visione illegale di eventi sportivi

Le nuove tecnologie hanno ampliato, e continueranno a farlo, l’offerta di contenuti sradicando di conseguenza l’idea che film, programmi e serie tv possano essere visti in modo illecito, con la scusante di un catalogo ufficiale ridotto e di difficile accesso. Nonostante i (lenti) segnali di controtendenza, però, l’incidenza complessiva della pirateria in Italia è stata, nel 2018, del 38% con i film come contenuti più piratati dalla popolazione adulta (33% e in crescita di 3 punti percentuali rispetto al 2017). E’ questa la conclusione dell’analisi del fenomeno della pirateria a cui è giunto l’istituto di ricerche Ipsos per conto di Fapav (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali), dopo 3 anni di studi e analisi. In particolare come spiega ItaliaOggi, i segnali positivi provengono dalle nuove generazioni. Più nel dettaglio, le serie e i programmi tv si distanziano di un solo punto percentuale, rispettivamente 21% e 20%. Negli ultimi tre anni, partendo dal 2018 gli atti illeciti sono diminuiti dell’8% rispetto all’anno precedente e del 14% se rapportati al 2016. Quindi, la pirateria appare oggi meno una prassi giovanile che nel passato. Se nel 2017 quasi 2 pirati su 3 avevano meno di 45 anni, oggi sono poco più di 1 su 2 (55%, in calo di 7 punti). In riferimento invece alla popolazione under 15, è vero che negli ultimi 12 mesi il 47% degli adolescenti ha commesso almeno una forma di pirateria, privilegiando modalità digitali e film come contenuto scelto rispetto alle serie tv e ai programmi, ma è altrettanto vero, sempre secondo Ipsos-Fapav, che in termini consuntivi gli atti di pirateria nel 2018 sono stati poco superiori ai 31 milioni, con un calo del 14%. Stando poi all’approfondimento di Nando Pagnoncelli, presidente di Ipsos Italia, sull’evoluzione della pirateria audiovisiva in Italia, presentata ieri all’auditorium dell’Ara Pacis di Roma, tra i fenomeni emergenti c’è la visione illegale di eventi sportivi live. Sono quasi 5 milioni infatti gli italiani che nel corso del 2018 hanno dichiarato di aver visto, senza averne titolo, contenuti sportivi live, in streaming sui propri device (computer, tablet, smartphone, smart tv) o presso amici e familiari. Nell’ultimo anno si stimano oltre 22 milioni di atti di pirateria sportiva, soprattutto di eventi calcistici, seguiti da Formula 1 e MotoGP, e circa 5,3 milioni di fruizioni perse. Quale è il risvolto della medaglia? I mancati incassi per l’industria audiovisiva italiana, a causa della pirateria, toccano nel 2018 i 600 milioni di euro con quasi 6 mila posti di lavoro a rischio. L’impatto del fenomeno illecito sui conti del Sistema Italia viene stimato sugli 1,08 miliardi di euro, in termini di mancato fatturato per i vari settori economici italiani coinvolti. A quota 455 milioni di euro si attesta poi il danno stimato per l’economia italiana in termini di Pil. Mentre sono pari a 203 milioni di euro i mancati introiti fi scali.

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