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Rai, scandalo Prix Italia. Anzaldi: "Nomina Bruchi viola Piano Anticorruzione"
Annalisa Bruchi (foto Lapresse)

Dopo la notizia della nomina (da parte del Presidente Rai Marcello Foa) di Annalisa Bruchi, attuale conduttrice di Povera Patria su Rai2 nonché giornalista esterna all'azienda, alla direzione del Prix Italia, continuano a infuriare le polemiche a Viale Mazzini, con i tanti giornalisti interni umiliati, offesi e sul piede di guerra.

A difendere le loro istanze, mentre più o meno tutta la dirigenza Rai è distratta sul fronte del Festival di Sanremo, il Segretario della Vigilanza Rai Michele Anzaldi, nonché deputato di Italia Viva. “Secondo quanto riferito dalla stampa e non smentito dalla Rai" scrive l'Onorevole in un esposto presentato via pec al Procuratore Generale della Corte dei Conti, al Procuratore Generale per il Lazio della Corte dei Conti e al Presidente dell'Anac, "il presidente del Cda Marcello Foa avrebbe proceduto alla nomina quale nuovo segretario generale di Prix Italia, il festival internazionale di tv e radio organizzato dalla Rai, della collaboratrice esterna Annalisa Bruchi. Si tratta di una decisione non soltanto contraria al buonsenso, visto l’alto numero di giornalisti interni su cui può contare la Rai, ma anche passibile di violazione delle disposizioni aziendali contenute nel Piano Anticorruzione, nonché di potenziale danno erariale”.

“La policy aziendale (Piano trasparenza e anticorruzione) – prosegue Anzaldi nell’esposto – recependo le raccomandazioni dell'Anac, prevede che in caso di attribuzione di incarichi occorre procedere prioritariamente ad una ‘ricognizione preliminare della disponibilità di risorse interne adeguate a ricoprire la posizione’. La ricognizione ‘deve avvenire mediante Job posting e deve concludersi con evidenza documentale (…) delle ragioni di indisponibilità di risorse interne’ (pg. 84 Piano anticorruzione 2020/2022)".

E ancora: "Con due interventi sulle loro pagine Facebook [...], i consiglieri di amministrazione Rita Borioni e Riccardo Laganà si sono detti all’oscuro della nomina, dichiarando che il Cda non ne è mai stato informato e chiedendo se fosse stata fatta una selezione interna, di cui non erano a conoscenza. Anche il sindacato unico dei giornalisti Rai Usigrai, con una nota ufficiale del 1° febbraio, si è dichiarato non a conoscenza di eventuali preventive ricognizioni interne. Il Job posting è una procedura che per definizione deve essere comunicata a tutti i dipendenti, affinché siano messi in condizione di partecipare, quindi se addirittura i consiglieri di amministrazione e il sindacato non ne sono a conoscenza è assai improbabile che questa procedura sia stata effettivamente espletata".

Quali sono le conseguenze di tutto ciò di cui sopra? Il Segretario della Vigilanza Rai precisa che: "Si configura, quindi, l’eventuale violazione del Piano Anticorruzione, mentre, per quanto riguarda l’eventuale danno erariale, risulta difficile credere che la Rai, che ha in organico 1.700 giornalisti, dei quali molti senza incarico, debba ricercare all’esterno professionalità che ha evidentemente al proprio interno, tanto che la precedente segretaria generale del Prix Italia era una giornalista interna. Alla luce di queste informazioni, Vi chiedo di valutare se non sia opportuno aprire una verifica su quanto accaduto in merito alla nomina del nuovo segretario generale del Prix Italia”.

A margine di tutto ciò, mentre i vertici di Viale Mazzini sono impegnati con canzoni, canzonette e canzoncine, ci si domanda se Annalisa Bruchi - in forza alla scuderia di Lucio Presta - abbia davvero intenzione di esigere il mantenimento della conduzione di Povera Patria, il che richiederebbe una deroga speciale andando a determinare il pericoloso precedente di un dirigente Rai alle redini di un programma televisivo. A quando L'Ad Rai Salini conduttore di Agorà o il Presidente Foa presentatore di Porta a Porta? Siamo all'assurdo, insomma. 

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