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Medicina
Salute,ci mangiamo troppa plastica dal mare? Tante verità e molte fake news

Plastica, 5 trilioni di pezzi di plastica nei mari

 

Ma veramente stiamo facendo indigestione di plastica dal mare? E’ il primo pensiero che ci viene in mente quando vediamo immense isole di plastica che galleggiano in mezzo agli oceani o inorridiamo di fronte a spiagge ricoperte non solo di alghe ma da montagne di consumi in plastica lasciati colpevolmente in balia delle correnti. E’ assolutamente normale pensarlo dato che negli oceani si scaricano la maggior parte dei rifiuti umani e di questi quasi l’85% sono microplastiche. Materiale che si insinua nei pesci e nei molluschi che noi mangiamo. Ma quanta plastica galleggia nel mare? Secondo le ultime ricerche, sarebbero più di 5 trilioni i pezzi che fluttuano nelle acque di mari e oceani. Una quantità di rifiuti immensa che, se sommata raggiungerebbe il peso record di 269mila tonnellate.

Plastica, un disastro mondiale senza precedenti 

In questo disastro ecologico ed alimentare l’unica consolazione è che, normalmente, il pesce viene eviscerato prima del consumo, salvo cozze, vongole, acciughe o sardine che gioco forza si consumano intere. A voler ascoltare l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ci sarebbe da preoccuparsi in quanto i dati indicherebbero che in un piatto di cozze da un paio di etti potrebbero essere nascosti sette microgrammi di microplastica. Le nanoplastiche sono state ritrovate pure nell’acqua potabile, nel sale da cucina, nella birra anche perchè si diffondono pure nell’aria e ricadono a terra. Un mix inquinante che sembra garantirci ben cinque grammi di plastica ingerita a settimana. Fortunatamente per noi, però, un altro importante ente di sicurezza alimentare, quello spagnolo, ha sottolineato che “non c'è uniformità nei diversi dati e quindi non è possibile, al momento, valutare con certezza quanti effetti dannosi si potrebbero avere nel nostro organismo”. Uno studio Sapea, certificato da istituti europei ha confermato che “ attualmente non si hanno prove che colleghino aumenti di malattie collegate alle microplastiche ingerite”.

Plastica, scaricarla nel mare è un trend in crescita

La logica comunque ci impone di non essere troppo tranquilli anche perchè molti esperti sono concordi nel ritenere che il trend di scaricare plastica nei mari e di mangiare pesce continuerà. Unica conseguenza  che proseguiremo ad ingerire plastica. Plastica che ci arriva da ogni parte. Fortunatamente per noi le regole europee, da oltre 10 anni, hanno previsto il cosiddetto “limite specifico di migrazione”, ovvero il numero di pezzi di plastica che possono essere staccati da un oggetto a contatto con gli alimenti, senza mettere a rischio la salute. Regole che tutti i package dovrebbero avere. Ma l’altro lato della medaglia ci dice che la plastica è un prodotto resistente, leggero, economico e in grado di garantire una sicurezza su alimenti deperibili come nessun altro.

Plastica, per il momento nessuna alternativa che supera la plastica al 100%

Nessun prodotto, sia esso cartone, bamboo o vetro, ha le stesse qualità della plastica. Attualmente confermano molti osservatori e nonostante la ricerca continui, non c’è un elemento migliore per quanto riguarda il confezionamento di prodotti alimentari. Un business gigantesco in quanto ben il 40% della plastica prodotta viene usata per l’imballaggio, in particolare di cibo e bevande. Certo qualche passo avanti nello studio di plastica biodegradabile è stato fatto e già si possono trovare sacchetti leggerissimi di plastica smaltibile fatti con basi di fibre vegetali. Giù adesso si trovano imballaggi che si possono smaltire al 100%. L’augurio per noi e per il nostro pianeta è che questi prodotti diventino sempre più di larghissimo consumo e la nostra bella, amata ma dannatamente eterna plastica si faccia da parte e diventi soltanto elemento per arricchire musei di storia della vita dell’uomo.

 

 

 

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