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Patto stabilità, ancora tensione in Ue. Meloni: "Posizioni distanti"
Giorgia Meloni

Patto di stabilità, Mes e manovra: un vertice in "chiaroscuro". L'intervento di Meloni 

Un vertice Ue in "chiaroscuro" per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che esce dal Consiglio europeo con soddisfazione su allargamento e migrazioni ma senza poter portare a casa il risultato sulla revisione del bilancio europeo, bloccata dal veto del premier ungherese, Viktor Orban, nonostante l'intesa degli altri ventisei capi di Stato e di Governo. Per l'Italia, comunque, il testo negoziato sul bilancio pluriennale è "soddisfacente" perché risponde alle richieste avanzate in particolare sulle migrazioni. "Siamo passati da zero a quasi 10 miliardi" di nuovi fondi, ha detto Meloni ai giornalisti. La premier si dice "non pessimista" sulla possibilità di sigillare l'accordo entro il prossimo Consiglio europeo. Che probabilmente sarà convocato tra gennaio e febbraio.      

La premier lascia trapelare meno ottimismo per l'accordo invece sulla riforma del Patto di stabilità e crescita. "Non è stato oggetto dei lavori del Consiglio. Sicuramente ci sono state interlocuzioni a margine. Sono giorni di trattative, ma il tema formalmente è rimandato al prossimo Ecofin del 20 dicembre. Le posizioni sono ancora abbastanza distanti ma bisogna lavorare ora dopo ora su questo", ha spiegato. E ne parlato anche nel suo bilaterale informale con il presidente francese, Emmanuel Macron, affrontando "la diverse convergenze" che ci sono sulla materia. "Io non penso che sia impossibile oggi trovare un accordo, penso che alla fine si possa e si debba trovare. Ma non potrei dire che lo abbiamo già trovato", ha sottolineato.

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Meloni evita di entrare nel dettaglio dei negoziati e delle cifre su cui si tiene il braccio di ferro tra Francia-Italia da una parte e Germania dell'altra. Ma precisa la strategia, escludendo intanto ogni legame tra il nuovo Patto e la ratifica della riforma del Mes.

"Questo link lo vedo solo nel dibattito italiano", ha evidenziato. "Sicuramente per noi fa la differenza sapere quale sia il Patto del quale disponiamo, come abbiamo sempre detto, perché gli strumenti si mettono insieme tutti quanti. Ma non c'è questa dimensione del ricatto, mi passi il termine, di dire 'se non fai questo non diamo questo' non l'ho vista. Nessuno ha mai posto la questione così", ha aggiunto.  La linea italiana è la stessa: "L'unica cosa che io non posso fare è dare il mio ok a un Patto che non io ma nessun Governo italiano potrebbe rispettare perché sarebbe ingiusto, perché  non sarebbe utile per noi". E l'ipotesi di un porre il veto? "Se la mettiamo così non è un buon modo di cercare delle sintesi con gli altri".    

E cercare la sintesi con gli altri è alla base dell'impegno di Meloni a Bruxelles. "Io ho fatto esattamente quello che avevo detto che avrei fatto: penso che si è molto più utili quando si ha la facoltà di parlare con tutti e quando si cerca un punto di incontro, perché se noi non riusciamo a fare questo, non riusciamo neanche ad arrivare agli obiettivi che vogliamo raggiungere e quindi bisogna avere una capacità di mediare, di mettere insieme le posizioni. Bisogna avere una capacità' di dialogo. Questo ha consentito all'Italia di giocare un ruolo sicuramente da protagonista per i risultati che abbiamo ottenuto", ha evidenziato rispondendo a chi le chiedeva dei bilaterali avuti non solo con Macron e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ma anche con il premier ungherese, Orban.

Patto stabilità, Salvini: "Se è una trappola non firmiamo" 

"È incredibile, dopo una pandemia e con due guerre in corso, parlare di tagli, austerity, taglio del debito, chiusura di aziende, tagli alla scuola e alla sanità. Io mi auguro che i 27 Paesi trovino il modo di crescere. Io cambiarei l'ordine: da 'Patto di Stabilità e Crescita' a 'Patto di Crescita e Stabilità'". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini a margine all’evento “L’Italia dei sì – 2023–2032, Progetti Grandi ”, al Mind di Rho, alle porte di Milano. "Se ci saranno le condizioni, il governo italiano firmerà. Se sarà una trappola, no. Però non sono io al tavolo e quindi ho piena fiducia sia in Giorgia Meloni che in Giancarlo Giorgetti", ha aggiunto Salvini.

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