Droga, operazione Velarium: 27 arresti tra Milano e Monza - Affaritaliani.it

Milano

Droga, operazione Velarium: 27 arresti tra Milano e Monza

L'operazione "Velarium" è partita dal tentato omicidio di un cittadino albanese, avvenuto il 25 maggio 2015 in un bar della periferia di Monza

MAXI BLITZ ANTI DROGA: 27 ARRESTI TRA MILANO E MONZA

Tentato omicidio e droga: queste le accuse che hanno portato ad eseguire ordinanze per 27 persone nell'ambito dell'operazione "Velarium". Nelle prime ore di ieri mattina, i poliziotti del Commissariato di Monza, in collaborazione con la questura di Milano e il Reparto prevenzione crimine della Lombardia, insieme alle Questure di Bergamo, Mantova, Asti e Messina e con l'ausilio di squadre cinofile e della Scientifica, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per 23 persone e agli arresti domiciliari per 4 persone. Sono stati 11 invece i decreti di perquisizione personale e locale, emessi al termine dell'indagine, che e' stata condotta dal commissariato di Monza tra settembre 2015 e luglio 2016. Oltre alle accuse di tentato omicidio e traffico di stupefacenti, andranno accertati i resti di sfruttamento della prostituzione, rapina ed estorsione, detenzione e porto abusivo di armi. 

L'operazione "Velarium" e' partita dal tentato omicidio di un cittadino albanese, avvenuto il 25 maggio 2015 in un bar della periferia di Monza. Gli autori individuati sono due suoi connazionali in lotta con lui per il controllo del mercato della droga. E' stata poi scoperta la "piramide dello spaccio" tra Monza, Brugherio e Lissone - per un giro d'affari considerevole, con piu' di 300 cessioni di droga accertate ad oltre 150 clienti - arrivando a individuare altri 6 giovani di Nova Milanese coinvolti nello spaccio e 2 giovani italiani e una coppia di rumeni coinvolti nel traffico di armi. L'attivita' investigativa ha portato i poliziotti a identificare anche un'intera famiglia di albanesi (padre, madre e figlio) residente a Monza da anni, che riforniva gli spacciatori. In famiglia ogni componente aveva un compito preciso: il padre trattava i grossi rifornimenti e il figlio le cessioni ad altri spacciatori. La madre, infine, si occupava della "copertura", facendo sparire la droga ad ogni minimo sospetto e controllando che nella strada sotto casa non fossero appostati poliziotti in borghese con la scusa di portare a passeggio il cane. Quaranta in tutto i soggetti indagati, dei quali 19 italiani, 16 albanesi, 2 rumeni, un algerino, un marocchino e una polacca. Soprattutto i cittadini albanesi, per la maggior parte in regola con il soggiorno e perfettamente inseriti nel tessuto sociale italiano, conducendo una vita in apparenza normale, nascondevano sotto questo "velo" i guadagni derivanti dal commercio di cocaina. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche 140mila euro.








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