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Droga: sequestri e arresti a Milano; individuate 3 bande distinte

Droga: sequestri e arresti a Milano; individuate 3 bande distinte

Sono tre i gruppi criminali individuati nel corso della maxi indagine della polizia di Milano, che ha portato all'esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare, 8 arresti in flagranza (uno dei destinatari dell'ordinanza di oggi era gia' stato arrestato) e al sequestro di oltre 290 chili complessivi di droga. Tutti gli arrestati hanno origini marocchine e 7 di questi restano da catturare. Il primo gruppo individuato dagli agenti della squadra Mobile si occupava di trafficare droga dalla Spagna e anche dal Marocco, con la collaborazione all'attivita' da parte di un'intera famiglia; l'indagine si e' concentrata sul corriere che stava facendo arrivare un carico a Milano. L'uomo - Rachid El Bouazzaoui, 44 anni -, intercettato dalla polizia il 14 aprile 2016 all'altezza di Dalmine (Bergamo), e' stato bloccato all'uscita dell'autostrada di viale Famagosta, a Milano. Quando ha capito di essere inseguito, e' scappato a piedi per prendere un treno e ha abbandonato l'auto: dentro c'erano 128 chili di hashish. I rapporti del 44enne con altri trafficanti di medio livello hanno consentito alla polizia di aprire un secondo filone di indagine, che ha portato all'arresto di un secondo gruppo; in questo caso a finire in manette sono stati Mimoun Fikri, e il connazionale Khalil Boudlal: entrambi presi in casa dopo che, durante una perquisizione, gli agenti hanno travato 17 chili di cocaina (oltre a 10mila euro in contanti) parte dei quali, "verosimilmente erano stati ritirati la sera prima da un corriere giunto dall'estero", come si legge nell'ordinanza firmata dalla gip di Milano, Anna Calabi, su richiesta del sostituto Luigi Luzi. 

La figura di Bouazzaoui fa da collegamento anche con il secondo gruppo di trafficanti, dedito alla cocaina importata dall'Olanda. E' proprio nel Paese nordeuropeo che gli agenti hanno scoperto che a capo dell'organizzazione c'erano due fratelli "insospettabili": uno risiedeva in Olanda, l'altro in a Milano, dove lavorava come receptionist in un albergo. Quest'ultimo copriva la sua attivita' vera attivita' con l'aura del padre di famiglia, con cittadinanza italiana, e anche figli che frequentavano l'universita'. La squadra Mobile pero' e' stata in grado di provare che insieme al fratello aveva fatto arrivare in Italia 4,6 chili di coca. Il carico e' stato sequestrato all'altezza del valico del Brennero, a Vipiteno, con la collaborazione del commissariato locale. I due fratelli, uno di 32 anni e uno di 51 anni sono ancora ricercati. Infine la terza cellula e' stata individuata nell'est di Milano: i poliziotti ci sono arrivati pedinando gli indagati ed individuando 30 chili di hashish nel bagagliaio di un'auto intestata ad una persona estranea al gruppo, per non destare sospetti. I nordafricani, in questo caso, usavano la vettura anche per spacciare al dettaglio nell'area di Segrate e Rodano. L'indagine della Mobile, guidata da Lorenzo Bucossi - sezione antidroga coordinata da Domenico Balsamo - conferma le caratteristiche del "mercato della droga milanese": una piazza dove la gestione "e' industriale e dove il piu' bravo e potente del momento puo' piazzare la sua sostanza, visto che la domanda e' altissima". Sembra dunque "esserci spazio per tutti" nel territorio del capoluogo lombardo, dove questi trafficanti di medio livello operavano, collegati tra loro pur rimanendo "cellule" separate. Tra le caratteristiche dell'indagine anche le modalita' di trasporto: l'auto proveniente dall'Olanda, ad esempio, aveva un vano ricavato sopra la ruota, attraverso il quale si nascondevano i panetti di cocaina, pura all'80 per cento. Intorno ai porti di Anversa, Rotterdam e Amsterdam, che rimangono i principali varchi d'ingresso della droga prodotta dal Sudamerica in Europa, sono nate decine di officine specializzate nella modifica delle auto per renderle impermeabili ai controlli. 

 

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