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Europee, Calenda: "Candidarmi su Milano? Sì, mi piacerebbe"
Carlo Calenda

Europee, Calenda: "Candidarmi su Milano? Sì, mi piacerebbe"

Se la lista unica di centrosinistra "Siamo Europei" in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Ue "sara' un progetto che vedra' la luce, io mi candidero'. E certo mi piacerebbe candidarmi al nord e mi piacerebbe affrontare la Lega sul suo territorio". Cosi' l'ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha risposto ai cronisti che - questa mattina a Milano a margine di un convegno della Fim-Cisl - gli chiedevano di commentare le parole del sindaco Giuseppe Sala. Il primo cittadino milanese infatti, proprio ieri, ha espresso la preferenza su una possibile candidatura di Calenda al nord, magari insieme ad un assessore della sua giunta. Quello di Sala, secondo l'ex numero uno del Mise "e' molto di piu' che un endorsement" perche' "e' stato con me uno dei promotori del manifesto, che non e' soltanto il mio, ma senza di lui non avrei potuto costruirlo" ha spiegato. Da sindaco di Milano, Sala "ha una forza e un'autorevolezza straordinaria, insieme a tanti altri" ha aggiunto Calenda. Che, se una candidatura alle Europee si dovesse concretizzare, vorrebbe "spiegare ad imprenditori grandi e piccoli, e ai lavoratori" del nord "che quelle della Lega non sono soluzioni" valide.

"Banfi e i plurilaureati, messaggio grave"

"Ieri hanno nominato Lino Banfi" nel board italiano dell'Unesco "e il messaggio che e' passato e' 'basta con i plurilaureati'. E' qualcosa di grave". Lo ha detto Calenda, preoccupato perche' con scelte come queste da parte del Governo "e' il valore del lavoro che oggi e' in gioco". "Siamo in un Paese in cui la meta' delle persone non legge un libro e non va in un museo, quindi praticamente ogni giorno fa lo slalom tra i siti archeologici e i musei per evitarli, perche' non viviamo in Texas" ha aggiunto. Ma "se l'Italia oggi non e' un paese povero e' grazie alla cultura del lavoro: chi lavora, chi produce, chi fatica, chi studia e chi accetta che la vita e' fatta di queste cose ha un'etica". Un'etica che e' un collante sociale perche' "accomuna imprenditore e lavoratore", ha concluso.

"Sgombero Sprar disumano e fesso"

Il Governo gialloverde "continua a sgomberare centri per gli immigrati, dagli Sprar a quello di Castelnuovo, ma dove vanno? Restano in Italia e in giro per strada. Questo provvedimento e' non solo inumano, ma anche fesso perche' aumenta l'insicurezza". Cosi' Calenda con i cronisti sulla chiusura del centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, nei pressi di Roma e di molti Sprar diffusi sul territorio, dove vivevano i richiedenti asilo e migranti. "Se non mi sbaglio in Italia c'era una legge che imponeva di andare in giro con un documento di identita'" ha ragionato poi durante il suo intervento l'ex numero uno del Mise, mentre togliere questi migranti "che non hanno documenti" dai centri "e rimetterli in strada, di certo non contribuisce alla sicurezza".

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