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Milano
Ortomercato, rischio stop. Grossisti: "Progetto in stallo"



di Daniele Bonecchi

Attenzione al progetto Ortomercato, si rischia lo stop. Secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano il futuro non è affatto roseo per uno dei progetti più qualificanti per l'attuale amministrazione guidata da Beppe Sala. Fausto Vasta, infatti, presidente dell’Ago, l’associazione dei grossisti dell’Ortomercato, non è ottimista con Affari sul futuro dei nuovi padiglioni: “C’è il rischio concreto che non se ne faccia nulla del progetto proposto da Sogemi e che andrà in discussione lunedì in Consiglio comunale. Ad oggi non abbiamo garanzie e le proposte alternative dei Fondi d’investimento, su aree esterne a Milano, certo non mancano. Col vantaggio che la gestione sarebbe totalmente privata”. Perché se il progetto di massima è stato accolto dai grossisti, sulle modalità di gestione e sui relativi costi siamo in alto mare.

“Innanzitutto i contratti di affitto di soli 3 anni non ci permettono di affrontare i pesanti investimenti che l’operazione richiede. E per questo occorrerebbe anche modificare la legge regionale. Rispetto alle intese raggiunte mesi fa e al Protocollo sicurezza siglato in Prefettura, la situazione è degenerata. La gestione Ferrero si è mostrata disastrosa, il grado di pulizia è diventato indecente benchè i costi siano astronomici. Tenuto conto che la transizione durerà 4 anni siamo molto preoccupati di dover lavorare ed ospitare cittadini e clienti su uno spazio indecente”.

Ma il nodo resta il ruolo dei grossisti perché di fronte ad un costo dell’opera di 98 milioni, 10 dei quali a carico dei grossisti e costi tra affitto e servizi fuori controllo, gli interrogativi si moltiplicano. In particolare per le aziende che hanno bisogno di grandi piattaforme per gestire l’attività. ”Le aree libere sono già state destinate all’edilizia, certo molto importante per il bilancio di Sogemi – spiega Vasta – ma l’idea di portare la piattaforma logistica sull’area verde esistente, francamente non si spiega. Siamo di fronte a scelte concrete - nel caso il progetto vada avanti – col passaggio dei terreni a Sogemi avremmo a che fare con un soggetto privato. E a questo punto potremmo aprire un confronto per avere un ruolo diverso nell’operazione, entrando nella società”, conclude Vasta.

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