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Milano
Perché l'Italia può (e deve) aiutare la Francia a liberarsi di Macron

di Vincenzo Sofo,
esperto di rapporti internazionali della Lega


L’affaire Benalla sta investendo Macron e per l’Italia e l’Europa può rivelarsi un’opportunità inattesa: Salvini può ora sperare di liberarsi del suo acerrimo nemico e ritrovarsi tra quattro anni un governo amico.

Lo scandalo riguardante il collaboratore del presidente francese sta infatti compromettendo seriamente il rapporto tra quest’ultimo e il suo Paese. Che in realtà per lui non ha mai provato entusiasmo: Macron è il presidente meno votato della storia della V repubblica e il suo consenso era già in calo prima di Benalla.

IL FALLIMENTO DI MACRON

D’altronde l’operazione Macron nasce come replica di quella fatta con il nostro Monti: la crisi dei partiti tradizionali, lo spettro dell’ascesa di partiti anti-establishment, la necessità di trovare in fretta e furia una figura garante degli interessi UE (esterna al parco della politica) che prendesse in mano il governo e dunque la costruzione in laboratorio di un personaggio calato dall’alto.

Operazione che si rivelò fallimentare in Italia e che si sta rivelando fallimentare in Francia, poiché – con tutte le benedizioni sovranazionali che può avere – nessun governante riesce a guidare a lungo un Paese senza avere dalla sua il consenso del popolo e dei portatori di interessi nazionali.

Salvo novità eccezionali, Macron non cadrà in anticipo: perché, in virtù del sistema semi-presidenziale, a differenza dei capi di governo nostrani lui è Presidente della Repubblica e dunque non dipendente dalla maggioranza parlamentare, che quindi non lo può sfiduciare. O si dimette o resta lì.

LA DESTRA FRANCESE

Ma la Francia, che sul piano sociale è anticipatrice di anni di quel che poi accade da noi (vedasi conseguenze di immigrazione e multiculturalismo), sta iniziando a vivere oggi sul piano politico quel che da noi si è appena concluso: lo scombussolamento del quadro partitico.

In particolare, a destra il predominio dei Repubblicani si è sgretolato in favore del Front National (vedasi Forza Italia vs Lega). E i primi non possono sperare di governare perché l’elettorato ha perso fiducia nei loro confronti e i secondi neppure perché nessun partito ci si vuole alleare. Così i primi hanno cambiato il leader e i secondi il nome ma a quanto pare nessuna delle due mosse per ora sta sortendo particolare successo.

Tuttavia il vento di destra soffia forte e l’elettorato “conservatore” sta crescendo sempre più, complice la crisi strutturale del fenomeno Macron. Gli manca solo di individuare un leader che possa ricomporre il quadro, unire e vincere. Proprio come accaduto all’Italia di destra qualche anno fa, poi riunitasi sotto la guida dell’emergente Salvini che ha conquistato contro ogni previsione il governo del Paese.

L’OPPORTUNITÀ PER L’ITALIA (E L’EUROPA)

E infatti ora Salvini è il punto di riferimento a cui guarda quella Francia. La quale può aiutarci a liberarci di un avversario nel processo di costruzione di una nuova Europa, a regalarci un alleato inatteso per riequilibrare i rapporti di forza nel continente, far sì che ci sia una nuova cabina di regia nella quale anche l’Italia sia protagonista e ad avere un vicino di casa con il quale, finalmente, poter trovare una comunanza di interessi.

Cosa che, se l’Italia sovranista incitasse la Francia sovranista a imitare il percorso fatto con Salvini, potrebbe diventare realtà.

Vincenzo Sofo

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