Referendum, ecco chi vota cosa. E viene fuori che pure Caprotti… - Affaritaliani.it

Milano

Referendum, ecco chi vota cosa. E viene fuori che pure Caprotti…

Da Micheli a Rocca, da Sangalli a Letizia Moratti, da Dalla Chiesa a Pisapia: ecco come si voterà al Referendum a Milano

Perfino Bernardo Caprotti avrebbe votato sì. A dirlo è il Foglio, sull’edizione odierna, al proposito del Referendum visto da Milano. Le indiscrezioni riportate recitano una lunga lista di nomi. C’è Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, che si schiera con le ragioni di chi vuole il monocameralismo imperfetto, e sempre nella sanità “dicono che il presidente del San Raffaele, Gabriele Pelissero, nel segreto dell’urna potrebbe votare no contro il pericolo di un nuovo centro di potere lontano e capitolino”. Poi c’è Carluccio Sangalli, il democristiano che potrebbe votare sì o no ma che il centrodestra scommette che voterà no. Francesco Micheli voterà Sì, idem Guido Roberto Vitale, Letizia Moratti, Fiorenzo Tagliabue e pure il parisiano Roberto Spada, per la serie - come ha raccontato Affari - dei seguaci di Parisi che erano addirittura alla Leopolda. 

Dirà sì “Carlo Cerami, ex dalemiano, oggi “orlandiano”. Voterà sì anche Mattia Mor. Chi è? Un imprenditore che iniziò come concorrente in televisione, su Mediaset. Oggi è il capo delle operazioni di Alibaba in Europa: 35 anni, vicino a Emanuele Fiano e ai giovani di Confindustria di Marco Gay, un altro che dice sì senza se e senza ma. Chi fa il conduttore in Rai (PechinoExpress) ed è il punto di riferimento del sì “gayo” è Costantino Della Gherardesca, già ultra-supporter di Sala in campagna elettorale”. 

“Un altro che vota sì è Benito Benedini, ex di Fondazione Fiera e del Sole 24 Ore - continua il Foglio - Eredità scottanti entrambe, per Gorno Tempini e Del Torchio. Tornando a Lupi, Comunione e Liberazione sembra un po’ spaccata. Ma la maggioranza dei figli (o nipoti) di don Giussani non seguirà l’aforisma beffardo di Andreotti (“Un punto fermo è quello della non opportuna modificabilità della costituzione”): Marco Sala, amministratore delegato di Tempi, voterà con tutta probabilità a favore del referendum. Pier Andrea Chevallard si è trasferito a Roma da un paio d’anni e ci tiene a dirlo (“non ho più incarichi sotto la Madonnina”). Ma vota sì. E si trincera dietro a un forse, “ma tendente al sì”, pure Roberto Snaidero, presidente di Federlegno e del Salone del Mobile orgoglio di Milano. Marco Tronchetti Provera voterà sì, come Vincenzo Boccia”. 

E per il no? Ci sono una valanga di giuristi, avvocati e professori universitari. “In Statale votano sicuramente no Vittorio Angiolini, Aldo Giannulli, Nando Dalla Chiesa. In Bicocca Filippo Pizzicano, Camilla Buzzacchi, Monica Bonini, il criminologo ed ex segretario del Pd di Milano e provincia Roberto Cornelli, Michela Cella. La prof del Politecnico Maria Agostina Cabiddu è nel fronte del No. Felice Besostri e Aldo Bozzi, che già fecero dichiarare incostituzionale il Porcellum e ci provarono anche con la legge elettorale lombarda, per far cadere Maroni, inutilmente.Vota no il dirigente responsabile dell’avvocatura comunale Marco Dal Toso, e l’ex legale del Comune Armando Tempesta. Pisapia, nella lista degli avvocati (o degli ex sindaci) che votano no, non c’è. Anche perché forse voterà sì, con grande scandalo dei suoi supporter. Però si consolino: ci sono i suoi due cugini, il medico no global Vittorio Agnoletto e l’avvocato Paolo Agnoletto”.








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