Roma, 11 gen. (AdnKronos) - Le elezioni europee del 26 maggio irrompono nel dibattito congressuale Pd. A fare lo scarto in avanti è Nicola Zingaretti che lancia la proposta di una lista unitaria con "il protagonismo degli intellettuali del mondo della ricerca e della scuola, del mondo del lavoro, dei giovani e dell'associazionismo". Un progetto aperto tanto che il governatore del Lazio mette sul tavolo anche il simbolo del Pd: "Non è un dogma, ma questo poi lo decideremo".E se il progetto di una lista unica fa proseliti, sulla faccenda del simbolo ci sono distinguo. Maurizio Martina, avversario di Zingaretti nella corsa alla segretaria Pd, puntualizza: "Dobbiamo promuovere una lista aperta che si rivolga ai tanti democratici e riformisti che vogliono battersi per la nuova Europa" ma "per me non si tratta di rinunciare al simbolo Pd" che "è un patrimonio di cui andare orgogliosi" ma semmai "di concorrere a una proposta più larga". Il tema del campo largo trova subito la condivisione di Carlo Calenda che, da tempo, si batte per la creazione di un Fronte Repubblicano e che sta lavorando a un manifesto che interpreti i valori di questo progetto. Per Calenda che ci sia o meno il simbolo del Pd o di altre formazioni, quello che conta è che si arrivi a costruire "una lista unitaria delle forze europeiste. Sono assolutamente disponibile a candidarmi alle elezioni europee qualora si formi una lista unitaria delle forze europeiste", spiega. "La questione se insieme al nome delle lista, rimangano o meno i simboli dei partiti che la comporranno -puntualizza dell'ex-ministro- non mi appassiona".
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