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Politica
Elezioni 2018 Berlusconi: Salvini non sarà mai premier. Centrodestra choc


Perché lo scorso 22 gennaio Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha definito "eccellente" l'incontro che ha avuto a Bruxelles con Silvio Berlusconi? Semplice, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il leader di Forza Italia avrebbe assicurato con una sorta di promessa solenne che "Matteo Salvini non sarà mai presidente del Consiglio italiano".

Una garanzia che cozza in pieno con l'accordo che lega i partiti del Centrodestra e che prevede che sia la forza politica che arriva davanti ad indicare il premier, ovviamente in caso di vittoria della coalizione. E invece niente da fare. Anche se il Carroccio superasse il 4 marzo Forza Italia - ipotesi difficile ma non affatto impossibile (clicca qui) - Berlusconi non darebbe l'ok al segretario leghista a Palazzo Chigi, così come promesso al presidente della Commissione Ue e ai vertici del Partito Popolare Europeo.

L'ex Cav ha in mente Antonio Tajani capo del governo in caso di maggioranza di Centrodestra e, in alternativa, Mario Draghi premier di un'evetuale riedizione delle larghe intese o, come lo chiamano off the record gli azzurri, esecutivo di salvezza nazionale. Ma nelle conversazioni informali e a microfono spento gli azzurri assicurano che mai e poi mai daranno i loro voti in Aula ad un governo a guida Salvini. Ecco perché, tra l'altro, Berlusconi ha insistito per la nascita della 'quarta gamba' centrista; non a caso Noi con l'Italia-Udc puntualizza praticamente tutti i giorni, sia attraverso Lupi che per bocca di Fitto, Cesa e Tosi, che il leader leghista non sarà premier.

In Via Bellerio sanno perfettamente che l'ex Cav sta giocando una partita non chiara ed è per questo che Salvini si gioca il tutto per tutto. Il sorpasso della Lega su Forza Italia significherebbe smascherare Berlusconi e metterlo di fronte ad una scelta molto difficile: sottostare al diktat dell'Europa e mandare all'aria il governo di Centrodestra appena uscito vincitore dalle urne o rompere con Bruxelles (improbabile) rischiando la clamorosa cacciata dal Ppe.

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