Fini e i fratelli Tulliani suoi emissari. La parabola discendente di un leader
Tulliani, Fini e la casa di Montecarlo. Come il fondatore di Alleanza Nazionale ha compromesso la sua carriera
La vicenda che vede coinvolto l’ex Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Presidente della Camera Gianfranco Fini è significativa dello stato di estremo degrado in cui versano le istituzioni italiane. La vicenda è nota ed intricata per cui rimando a miei articoli precedenti tra cui:
https://www.affaritaliani.it/politica/il-dramma-politico-umano-di-fini-454803.html
aggiungendo che le ultime vicende vedono Fini indagato e sempre più esplicitamente coinvolto, fino a farsi definire dai magistrati mandante dei Tulliani nella vicenda della casa di Montecarlo insieme all’ex parlamentare Laboccetta e l’imprenditore delle slot Corallo. Ieri è stato emesso il provvedimento d'arresto per il latitante cognato di Fini.
Quello che colpisce di Gianfranco Fini è come si possa compromettere un’intera carriera politica che lo ha visto ai vertici dello Stato italiano per una casa a Montecarlo e probabilmente altri benefit e cioè la domanda è: cosa scatta ad un certo punto in un uomo politico di rango come lo è stato il fondatore di Alleanza Nazionale per giungere a pasticci di tale portata.
Molti addebitano la caduta di Fini alla negativa influenza della nuova moglie Elisabetta Tulliani e questo in effetti spiega molto.
Ma la parabola discendente politica e prima ancora umana di Fini incomincia con il famoso “che fai mi cacci?” detto a Berlusconi nel 2010 e prima ancora con un rinnegamento totale della sua linea politica precedente e del suo passato che irritò non poco i suoi sostenitori.
Insomma il Fini che contestava la Democrazia Cristiana per i suoi affari e la propensione dei suoi uomini all’affarismo ha fatto lo stesso tradendo i suoi ideali e compromettendo la sua figura passando dalla (possibile) storia alla cronaca.