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Politica
Funerali Berlusconi, per l'Italia una (in)consapevole commedia dell'arte
Funerali di stato inglesi

Si dica anche che per fortuna nel Regno Unito i locali SAVIANI E MURGI con il loro antimilitarismo stucchevole e quadratamente ignorantone hanno avuto fortune alterne, tendenzialmente in costante discesa di consensi (se non proprio nei più hippie anni settanta). Anche in Italia per fortuna e almeno per buon gusto pare che per ora i frignoni pacifistoni ci abbiano risparmiato la lagna sul picchetto d'onore per Berlusconi al Duomo di Milano (almeno dal punto di vista della perenne giaculatoria contro i soldatini brutti e cattivi; altro paio di maniche sono le legittime, anzi sacrosante critiche alla concessione di funerali di Stato e lutti nazionali al defunto medesimo). Certamente può essere sembrato stonato vedere gli eredi dei Carabinieri Reali, che scortarono i migliori (e i peggiori) Savoia, sguainare sciabole e pennacchi rossi e blu per il Supremo Olgettino, baciatore di mani di Muhammar Gheddafi, ovvero l'uomo che perse la ultima colonia italiana nonché primaria fonte energetica per la nazione ad una mano di carte internazionali, per essersi sostanzialmente rifiutato di inviare truppe italiane per mettere in sicurezza la Libia quando ancora era possibile farlo, nonostante gli espliciti inviti in tal senso provenienti da Washington. Sappiamo come andò a finire: visto l'immobilismo di Roma furono i francesi, col semaforo verde americano, a ribaltare il tavolo e a far fuori quel Gheddafi tanto maldestramente omaggiato a Roma, dove si era addirittura presentato, da maleducato e sciatto qual era, con la fotografia dei ribelli libici impiccati dalle autorità coloniali italiane negli anni trenta appuntata sul petto a mo' di medaglia. Ma ce lo potremmo mai immaginare un leader politico africano che si presentasse a Londra o a Parigi con foto siffatte, a rivendicare in modo tanto offensivo e rozzo risarcimenti coloniali dopo oltre cinquant'anni di rapporti ormai pacificati? E ci immaginiamo un Sunak o un Macron che baciassero la mano ad un premier nigeriano o senegalese che facesse simile baracconata?

Molti ancor oggi, sempre in categoria piagnoni, si lagnano dei cattivoni stranieri che fecero saltare Berlusconi per le sue colpe nell'aver provato un avvicinamento con i russi ed aver provato ad avere una politica estera meno subalterna a Francoforte e Bruxelles. Si dica chiaramente: questi furono indubitabili meriti di Berlusconi che certamente vanno messi in conto in fase di analisi storica, ma è pur vero che se poi ti fai beccare con le prostitute minorenni in casa tua, FORSE la credibilità per sostenere tali politiche va a farsi fottere in quattro e quattr'otto. Anche perché gioverebbe ricordare agli asinelli italioti che dai tempi antecedenti a CLEOPATRA pare che fosse in uso inondare i letti dei potenti con spie al soldo dei diversi servizi di informazione, perfino EGIZI, sotto forma di avvenenti giovanette discinte, che pare, dicunt, tradunt, che dai tempi della Grande Glaciazione abbiano un certo ascendente sui signori eterosessuali in generale, figuriamoci sugli attempati se non semivegliardi capi di Stato. Se poi gli attempati-vecchiotti si chiamavano Silvio, al quale quasi ogni colpa si può imputare, tranne quella di non bramare le femmine, meglio poi se piuttosto appariscenti... Voilà, Il pranzo è servito, come recitava il vecchio programma condotto da Corrado Mantoni in arte Corrado nei ruggenti anni ottanta. E ovviamente, si dica, absit iniuria verbis per il pubblico gay, queer, non-binario, genderfluid, triple spirit e 2/3/4SLGBTQQQQQIA+++COCCODÍ&COCCODÀ, per carità. 

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