Gentiloni impari da Trump, porti lavoro in Italia
Come anticipato in precedente commento, il presidente USA Donald Trump ha realizzato il taglio di tasse più grande della storia con la corporate tax che passa dal 35 al 15%. Evidente l’obiettivo: portare il lavoro negli Stati Uniti e far lavorare gli americani, il che è la declinazione primaria della promessa elettorale: “Make America great again”. La stessa prima ministra britannica Theresa May, per superare l’impoverimento cui andrà incontro il Regno Unito con Brexit, sta facendo accordi con multinazionali straniere per portare lavoro in UK.
Unione europea e Italia dovrebbero fare altrettanto: politiche industriali, come ha compiuto la Cina che è così diventata leader mondiale in tutti i settori. Politiche più costose di quelle per innovazione e ricerca, ma più utili: aprire fabbriche, detassare le imprese, fare specifici accordi in questo senso con le multinazionali, come fa il Lussemburgo (dove l’italiana Ferrero ha situato la sua sede internazionale…). La strada per l’Italia è in salita perché la burocrazia è complessa e i tempi della giustizia lunghi, il che allontana le aziende straniere. Per questo, riforma della burocrazia e della giustizia da un lato e politiche industriali dall’altro sono prioritarie.
L’Italia in questo senso è in ritardo. Sorprende come nel dibattito televisivo su Sky tra i candidati alla segreteria del Pd (Michele Emiliano, Andrea Orlando, Matteo Renzi) non ci sia stata una domanda diretta: come portare lavoro in Italia, dare lavoro agli italiani? Del resto incredibile è stato il silenzio assoluto sul referendum consultivo sull’ autonomia di Lombardia e Veneto, che si terrà domenica 22 ottobre. Nessuna domanda sul federalismo... Si ricordi che la sola Lombardia realizza il 22% del Pil dell’Italia. Se i giornali nazionali e romani (altra cosa, prima o poi sarà da abolire quell’”Italia schiava di Roma” dall’inno nazionale… nessun italiano è schiavo di nessuno neppur metaforicamente) fingono di non vedere (per giunta il giornalismo prevede il principio di completezza)… beh, i cittadini del Nord faranno democraticamente e pacificamente da soli… prima o poi realizzeranno l’autonomia e se non saranno soddisfatti, prima o poi la secessione, se ne andranno semplicemente come potrebbero fare l’Irlanda del Nord e la Scozia dal Regno Unito o la Catalogna dalla Spagna (come in un divorzio, se uno se ne vuole andare, nessuno trattiene nessuno).