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Politica
Chi è Gilberto Pichetto Fratin. Gestirà la somma più alta del Pnrr

Fratin si è espresso in maniera critica sulla cosiddetta “plastic tax”

Sul suo nome c’è stato il primo equivoco del nuovo governo di centro - destra targato Giorgia Meloni.

Infatti, per un errore di inversione, in un primo comunicato era stato annunciato al posto di Paolo Zangrillo, alla Pubblica Amministrazione.

Ma chi è il nuovo ministro dell’Ambiente che ora non si chiama più della Transizione Ecologica (MITE), ma dell’Ambiente e della sicurezza energetica (MASE)?

Intanto occorre dire che Fratin è un politico di lungo corso, nato nel 1954 in Piemonte dove si laurea all’Università di Torino in Economia e commercio e comincia ad esercitare la professione di commercialista a Biella e per un po’ di tempo è anche insegnante negli Istituti superiori della cittadina piemontese.

La sua attività politica ha inizio da giovanissimo quando a soli 21 anni entra nel consiglio comunale di Gifflenga con il Partito Repubblicano Italiano (PRI). Con lo stesso partito è stato anche vicesindaco di Biella.

Poi il gran salto con la Forza Italia delle origini dove entra in consiglio regionale in Piemonte e fa anche l’assessore alla Industria nella giunta Ghigo.

In seguito giunge il salto verso Roma con l’elezione al Senato e successivamente alla Camera dei Deputati.

È viceministro dello Sviluppo Economico nel governo Draghi con Giancarlo Giorgetti ministro.

Come si vede il curriculum di Fratin è quello di un moderato che ha fame di essere un trattativista che però –quando serve- può assumere toni più accesi.

Il MASE è un ministero particolare. Dopo anni di ruolo marginale è assurto ad un ruolo chiave perché è quello a cui il PNRR Conte -e poi Draghi- assegna le maggiori risorse economiche, con circa 57 miliardi di euro, il 30% del totale. Una somma veramente ingente, pensata per trasformare radicalmente il sistema energetico italiano.

Da questo punto di vista Fratin si è espresso in passato su posizioni moderate e cioè lontane da quell’ideologismo verde che tanti danni ha provocato al nostro Paese.

Anche sul nucleare si è dimostrato possibilista, se non altro per motivi legati alla concorrenza interna nell’UE, visto che ci sono Paesi come la Francia che lo hanno ed altri in cui è invece vietato, come l’Italia, e questo ci danneggia per il costo del chilowattora, uno dei più alti al mondo che si riflette inevitabilmente su famiglie e imprese che perdono competitività.

Al precedente MISE (Ministero Sviluppo Economico), nel ruolo di viceministro, si è mostrato critico sul piano per la dismissione del motore endotermico, facendo notare i grandi danni per le nostre industrie, soprattutto in termini occupazionali visto che attualmente sono occupati in tale settore circa 280.000 addetti.

Fratin invece vuole incrementare il gas e soprattutto i rigassificatori che sono assolutamente determinanti contro l’ideologia che finora ha imperato in alcuni sconsiderati che invece li attaccano dal punto di vista ideologico non supportato da evidenze scientifiche per lucrare voti. Significativo il caso dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi che ha tentato da farne un cavallo di battaglia (in senso negativo) che è stato uno dei motivi della sua recente umiliazione elettorale.

Eppure gente come Grillo, continua a spingere su proposte fantasiose –pur di non abbracciare i rigassificatori-, con il solo scopo di intercettare l’elettorato più ignorante dal punto di vista scientifico.

E veniamo al punto della sicurezza energetica, un tema così importante, in questo momento, da dedicargli una menzione specifica nel nome del ministero.

Da oggi il MASE avrà un ruolo importante nel coordinamento con il ministero dello Sviluppo Economico dove è andato un politico di peso e competenza come Adolfo Urso.

Le idee di Fratin paiono essere abbastanza in linea con quelle dell’ex ministro Cingolani, peraltro laureato in fisica, quindi un esperto della materia. E cioè niente ideologia e azione concreta per non danneggiare il nostro Sistema Paese.

Fratin dovrà anche cogestire il bollente dossier del Price cap e uno dei primi decreti della Meloni dovrebbe essere quello di prorogare a fine anno l’aiuto alle imprese contro il caro bolletta.

A tal proposito ieri Mino Dinoi, presidente dell’influente Aepi (Associazioni europee di professionisti ed imprese), si è espresso a favore del tetto al costo del gas facendo notare come il problema del costo dell’energia sia veramente fondamentale per la competitività del nostro export, cioè di quel “made in Italy” a cui la Meloni ha voluto finalmente dedicare un ministero.

Fratin si è anche espresso in maniera critica sulla cosiddetta “plastic tax” che danneggerebbe la competitività delle imprese.

Siamo lontani dai tempi demagogici di un Pecoraro Scanio e di Sergio Costa. Quest’ultimo – voluto da Grillo su indicazione di Di Mai o- è stato uno dei peggiori ministri dell’Ambiente e ha lasciato purtroppo un segno indelebile sulle politiche energetiche ed ambientali essendo stata la sua azione principalmente indirizzata a lucrare il consenso delle fasce più esaltate e scalmanate dell’ambientalismo estremo.

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