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Politica
Giorgia Meloni e il milieu culturale della destra, tra fantasy ed epica
Giorgia Meloni, Guido Donzelli, Francesco Lollobrigida, Guido Crosetto, Ignazio La Russa immortalati come i protagonisti del film Il Signore degli Anelli  

Giorgia Meloni e il milieu culturale della destra: tra fantasy ed esoterismo

Giorgia Meloni fra poco compirà un anno di governo in cui ha mostrato un volto pragmatico, centrato solo sulla politica e sulla risoluzione dei problemi. Ma non sempre la sua Weltanschauung è stata così. In questi anni Fratelli d’Italia è cresciuto, come partito, costruendo pazientemente mattoncino su mattoncino quello che serviva per ottenere una struttura possente, evocativa ed articolata. Un palazzo multiuso che annovera ed agglutina al suo interno diversi strati, ognuno progettato per un compito ben preciso. I piani alti sono quelli del già citato pragmatismo, le fondamenta sono però diverse da qualsiasi altro partito o movimento. Attingono infatti all’immaginario collettivo epico, cioè al mondo fantasy.

Quando si facevano i campi Hobbit e si studiava Julius Evola

La Bibbia indiscussa di questo universo parallelo è uno scrittore inglese J. R. R. Tolkien, l’autore de “Il Signore degli anelli” e de “Lo Hobbit”. I libri, da cui poi sono stati tratti i famosi film, parlano di un tempo antico in cui l’uomo viveva in simbiosi con la natura e combatteva il Bene contro il Male. Una visione abbastanza semplice, manichea, dell’esistenza. Tutto si svolge nella Terra di Mezzo dove Frodo Baggins, è appunto un Hobbit, una specie di gnomo che ha il compito di distruggere gli anelli del potere gettandoli nel vulcano del Monte Fato. La destra tradizionale è sempre stata affascinata da questi miti. Si pensi solo che il Fronte della Gioventù dal 1977 al 1981 organizzò gli originali “Campi Hobbit”. Tra i fondatori il politologo Marco Tarchi e il politico Umberto Croppi. Poi negli anni ’90 dello scorso secolo ci furono altri Campi Hobbit, che cercarono di replicare gli originali e a cui partecipò anche Giorgia Meloni. In questi raduni si discuteva di condizione femminile, disoccupazione, problemi giovanili, di ecologismo e lì fece la sua prima comparsa la croce celtica che divenne poi uno dei simboli caratteristici dei giovani missini. I campi Hobbit furono un po’ la declinazione giovanile del tradizionalismo evoliano che affondava le sue radici nell’esoterismo magico.

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