Inps, P. Chigi: "Piena fiducia in Tridico. Riformare la disciplina della Cig"
Il premier dà l'ultimatum al presidente: "Sono insoddisfatto per le Cig non erogate. Il sistema non deve più fallire. Sta a te garantire che non accada"
"In merito alle ricostruzioni riportate oggi su diversi quotidiani circa l'operato dell'Inps, si ribadisce la piena fiducia nel presidente Tridico e il riconoscimento del grande sforzo fatto da tutte le lavoratrici e i lavoratori dell'Istituto di Previdenza nel periodo dell'emergenza". E' quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi. "Permane - proseguono le fonti - la piena consapevolezza che il meccanismo della cassa integrazione che abbiamo ereditato è troppo articolato e farraginoso (Cigo, Cigs, Fondo artigianato, altri Fondi bilaterali, Fondo integrazione salariale, Fondi pre-esistenti, Cassa integrazione in deroga...). Si è convenuto sulla necessità di riformare la disciplina della cassa integrazione in modo da garantire una gestione più efficiente con tempi di erogazione ben più rapidi. La Ministra Catalfo sta già lavorando a questa riforma e in ogni caso già nel decreto Rilancio sono state apportate modifiche mirate a velocizzare soprattutto la cassa integrazione in deroga".
Governo, Conte mette nel mirino l'Inps: "Tridico, adesso basta errori"
Giuseppe Conte chiama a rapporto il presidente dell'Inps Pasquale Tridico, dandogli un ultimatum, dopo i ritardi dell'erogazione della cassa integrazione. Anche perché - si legge su Repubblica - i numeri parlano chiaro: 25 mila lavoratori aspettano ancora i soldi della Cig da febbraio, altri 130 mila sono in attesa di quelli di giugno. Per non parlare delle critiche taglienti di Confindustria, che ha ricordato al governo di aver anticipato in molti casi le risorse che spettano ai lavoratori. "Non possiamo più permetterci errori. L’Inps non può sbagliare. E tu devi garantirmi che non sbaglierà", dice Giuseppe Conte guardando negli occhi Pasquale Tridico.
"Lo so che la principale responsabilità non ricade sulle spalle dell’Inps. Che è colpa soprattutto di una burocrazia che va necessariamente disboscata. Ciononostante, l’avvocato si dichiara, in privato, "insoddisfatto". E imputa al Presidente dell’istituto di essersi esposto troppo, di non aver "previsto i problemi che si sarebbero presentati". In altri termini, di aver parlato troppo prima di essere certo che i risultati avrebbero soddisfatto un Paese in difficoltà. "Il sistema non deve fallire - si raccomanda Conte -. Sta a te garantire che non accada".
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