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Politica
Lega, il piano per guidare l'Ue. Decisivi i conservatori della Meloni

Di Alberto Maggi

Smentito il gruppo unico Lega-M5S al nuovo Parlamento europeo - sia da Luigi Di Maio ad Affaritaliani.it  sia da Matteo Salvini - Bruxelles e Strasburgo restano comunque in cima all'agenda politica del Carroccio. Il ministro dell'Interno ha più volte ribadito che oltre a cambiare a Roma bisogna cambiare in Europa. L'obiettivo della Lega - come spiegano fonti qualificate - è impedire che dopo le elezioni di fine maggio popolari, socialisti e liberali abbiano i numeri per governare. E per raggiungere questo target, oltre al successo dei sovranisti, si punta anche alla fuga dal Ppe dopo il voto, visto che i gruppi si formano in un secondo momento.

Contatti sono già in corso con l'ungherese Orban e con altri movimenti e partiti dell'Europa dell'Est che finora erano nella famiglia dei popolari ma che nel prossimo Europarlamento potrebbero passare con i sovranisti. Il tutto per arrivare ad una svolta nell'esecutivo comunitario. Ovvero una commissione a guida sovranista con il sostegno del Ppe (che obtorto collo non avrebbe altre strade) e dei conservatori (gruppo nel quale vuole entrare Giorgia Meloni e che dopo l'uscita dei britannici vedrà nei polacchi di centrodestra la delegazione più folta).

Il sogno (non affatto irrealizzabile e che invece prende sempre più forma), confidano fonti parlamentari leghiste, è quello di Salvini presidente della Commissione Ue, che si realizzerebbe se la Lega fosse il primo partito del Vecchio Continente superando anche i tedeschi della Cdu-Csu. Tenendo sempre questo schema sovranisti-Ppe-coonservatori la seconda ipotesi è quella di una Commissione a guida Ppe con bavarese Manfred Weber che ultimamente su immigrazione e non solo si è decisamente spostato a destra. In questo caso la Lega, che in Italia il 26 maggio è convinta di staccare di almeno 8 se non 10 punti il M5S, punta ad un commissario Ue di peso (probabilmente economico) che sia anche vicepresidente. Ovviamente non Salvini che lascerebbe il Viminale e il governo solo per prendere il posto attualmente ricoperto da Juncker. Il puzzle si chiude con il ministero degli Affari UE, lasciato libero da Paolo Savona ed ora in mano al premier Giuseppe Conte, che in questo schema verrebbe lasciato dalla Lega ai 5 Stelle.

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