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Politica
Italia Viva, Rosato sbatte la porta: "Renzi sbaglia, non si fa così il centro"
La Piazza intervento di Ettore Rosato

Renzi scaricato dall'ex braccio destro Rosato: "Lascio Italia Viva"

"Me ne vado". Ettore Rosato. Il deputato triestino, braccio destro di Matteo Renzi fin dai tempi del Pd e presidente del suo partito, lascia Italia viva. Lo annuncia in un'intervista a Repubblica. "Vado via e per motivi politici, non personali. Lo sa bene anche Matteo, che ho incontrato la scorsa settimana e poi di nuovo questa. Ci siamo parlati, ci siamo abbracciati, ma la distanza in questi mesi si era sempre più ampliata. Quando non ci si capisce più inutile proseguire", dice Rosato.

"Renzi se lo aspettava e in una conferenza stampa, a poche ore da un incontro tra noi già programmato, mi ha dichiarato già fuori. Non so perché l’abbia fatto, ma ormai è passato", dice Rosato. "A fine dicembre Renzi mi ha chiesto di dimettermi con un anno di anticipo dal ruolo di presidente, l’ho fatto immediatamente, in silenzio e con convinzione. Iv è nata intorno a Matteo Renzi ed è giusto che sia lui a guidarla anche formalmente. Certo, in un partito fatto così, il dissenso andrebbe custodito e non esiliato".

Rosato spiega di essere un dissidente "dalla rottura del Terzo polo. Quella era la via per cambiare la politica italiana ed evitare di rassegnarsi al bipolarismo, creando massa critica al centro: gli elettori alle Politiche ci avevano creduto e premiato". Ma poi "Renzi non ci ha creduto più. Ci sono stati errori da parte di tutti, certo. Ma io guardo alle responsabilità di Matteo e nostre".

"Non riesco più a condividere la sua prospettiva", dice Rosato di Renzi. "Ho assistito ad una conferenza stampa in cui da solo ha lanciato il Centro. Il contrario di quello che si dovrebbe fare se si vuole costruire uno spazio ampio e partecipato. E poi stare al centro non è bacchettare tutti a destra e a sinistra continuamente, ma provare a cucire e a trovare soluzioni di mediazione. È la cultura dei cattolici popolari che lo insegna".

E ancora: "Forza Italia e i riformisti Pd possono essere nostri naturali alleati. Chi li considera solo partiti da cercare di svuotare con continui attacchi, si rassegna al bipolarismo di fatto". Dice di non voler entrare in Forza Italia. "È stato detto e l’ho smentito. Apprezzo davvero il lavoro di Tajani, ma intendo restare all’opposizione e nelle file del Terzo polo". Niente ingresso anche in Azione: "Non mi iscrivo ad Azione, continuo l’esperienza del nostro gruppo, lavorando per portare a termine l’impegno elettorale. Naturalmente mi confronterò con Calenda e con Bonetti, come durante il tempo della federazione. In Azione ci sono tante persone con cui ho ottimi rapporti: Gelmini, Carfagna, Costa, Richetti".

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